Da tempo un domanda tormenta (si fa per dire) gli etologi di tutto il mondo: perché mai il bradipo variegato (Bradypus variegatus) che passa tutto il suo tempo sugli alberi delle foreste del Centro e Sud America, scende a terra per espletare i suoi bisogni, mentre gli altri bradipi abbandonano i loro "rifiuti" direttamente dall'alto dei rami dove si trovano?
Un orto nella pelliccia. Perché sarà più comodo così, si potrebbe pensare. In realtà per l'animale universalmente noto per il suo lento metabolismo, scendere dalla volta alberata una volta alla settimana, per "liberarsi" e ricoprire il tutto con il terriccio, e quindi risalire, significa spendere l'8% del proprio bilancio energetico, esponendosi pericolosamente ad eventuali predatori che si trovassero nei paraggi.
In passato alcuni biologi avevano ipotizzato che le "gite" settimanali servissero a socializzare con altri bradipi, e al contempo fertilizzare con il concime naturale gli alberi su cui questi erbivori vivono. Un articolo pubblicato su Proceedings of the Royal Society B fornisce una diversa spiegazione.
All'origine della strana abitudine ci sarebbe la necessità di alimentare un meccanismo mutualistico che serve a sostenere l'ecosistema di alghe verdi (specieTrichophilus) presenti nella pelliccia dell'animale. Alghe ad alto contenuto lipidico di cui il bradipo variegato si nutre e che integrano la sua dieta povera di grassi.
Un complesso gioco di sinergie. Ecco come funziona. Quando i bradipi di questa specie discendono a terra per defecare, le piccole falene che vivono nel loro pelo, le Cryptoses choloepi Dyar, depositano le uova nel soffice mucchio di terra ed escrementi, che ha la temperatura giusta per favorirne la schiusa. Una volta completata la loro trasformazione da larve in farfalline, le falene voleranno in cima alla calotta alberata e colonizzeranno le pellicce dei bradipi, arricchendole d'azoto - fondamentale per la crescita delle alghe.
Queste ultime, facili da digerire e ad alto contenuto lipidico, integrano la dieta quasi esclusivamente a base di fibre dei bradipi. Una dieta che provoca una digestione incredibilmente difficile e un metabolismo particolarmente lento per questo mammifero. I bradipi ingeriscono le alghe ogni volta che si puliscono la pelliccia. In più, la clorofilla di questi vegetali tinge di verde il pelo degli animali, aiutandoli a mimetizzarsi.
Le analisi e i campioni. Per scoprire il meccanismo di mutuo aiuto gli scienziati dell'Università del Wisconsin hanno analizzato campioni di pelo e contenuto dello stomaco di 19 bradipi variegati e 14 bradipi didattili (Choloepus hoffmanni) scoprendo che nella pelliccia e nello stomaco dei primi vi sono molte più falene e più alghe rispetto a quelle che si trovano nel pelo dei didattili (che preferiscono defecare direttamente dagli alberi).
Le alghe sono state trovate anche nello stomaco dei bradipi variegati. Da qui è stato ricostruito il complesso "triangolo" tra erbivori, alghe e farfalline.