Se non siete entomologi magari non lo sapete, ma nell'ambiente circolano da tempo aneddoti sulle capacità delle api di difendersi dagli invasori usando un metodo brutale ed efficace: un bello sberlone.
Ora, uno studio condotto da un team del National Institute for Environmental Studies in Giappone, illustrato anche dal video che trovate qui sotto e pubblicato sulla rivista Ecology dimostra per la prima volta, e in grande dettaglio, le dinamiche di quest'arma difensiva, in particolare nell'ape Apis cerana japonica, la sottospecie giapponese dell'ape orientale.
La genesi dello sberlone. La vittima del video, che si è avvicinata all'alveare in cerca di cibo, è una formica della specie Tetramorium tsushimae, anch'essa tipica del Giappone. L'interazione è stata ripresa con telecamere ad alta definizione e soprattutto in grado di rallentare l'immagine fino a quaranta volte.
Questo ha consentito di ottenere le immagini che vedete qui sopra: quando una formica approccia l'alveare, le api operaie si girano verso di lei, poi battono le ali con forza ruotando sul posto. In questo modo generano un vero e proprio sberlone che scaraventa la formica molto lontano (e idealmente giù a terra, obbligandola così a una nuova scalata).
Funziona? Non sempre… Il video mostra un tentativo riuscito, ma la tattica non è sempre efficace: ore di riprese hanno dimostrato al team che la sberla ha successo una volta su due se non una volta su tre.
Questione di dimensioni. La seconda parte dell'esperimento ha poi portato alla sostituzione della formica originaria con rappresentanti delle specie Pristomyrmex punctatus e Formica japonica: quest'ultima in particolare si è dimostrata un osso duro, e la percentuale di successo delle api è scesa di parecchio.
È possibile che sia perché Formica japonica è più grossa di Tetramorium tsushimae, e quindi più difficile da spazzare via: questo suggerisce che la "strategia della sberla" sia specie-specifica, e utilizzata dalle api solo contro le formiche della dimensione giusta.