Crescevano in fretta, ma non vivevano molto: queste le nuove scoperte sui dinosauri Tyrannosaurus rex, gli animali più grandi che siano mai vissuti sulla Terra.
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Le ossa di Sue, un Tyrannosaurus rex ritrovato presso Faith in South Dakota (U.S.A.), sono conservate al Field Museum di Chicago. Questi grandi dinosauri erano destinati morire giovani: perché? Foto: © Field Museum |
Queste domande se le sono poste in molti. Ora, grazie ad uno studio condotto da paleontologi dell'università della Florida, si hanno anche le risposte. “Per la prima volta abbiamo determinato la durata della vita dei Tyrannosaurus rex - afferma Gregory M. Erickson, uno degli autori della ricerca - Vivevano in media una trentina d'anni, quanto bastava comunque per essere tra i più grandi animali mai vissuti sulla Terra”.
Esplosione adolescenziale. Bestioni lunghi 15 metri e più, raggiungevano la piena maturità somatica tra i 14 e i 18 anni, crescendo con una rapidità incredibile: anche 2 kg al giorno per 4 anni, fino ad arrivare a pesare 5 tonnellate. Una vera e propria esplosione adolescenziale. Dopo questo periodo il tasso di crescita rallentava o si interrompeva.
Il rex degli anelli. “Abbiamo studiato l'indice di crescita del T.rex e di altri dinosauri suoi consimili attraverso una tecnica innovativa - spiega Erickson - Contando gli anelli di sviluppo presenti nelle ossa. Proprio come per le piante, ogni anello corrisponde ad un ciclo di crescita annuale”. Nelle ossa grandi però, durante gli anni, il midollo presente si fa spazio cambiando la dimensione degli anelli e rendendone difficile la lettura. “Focalizzando le analisi sulle ossa piccole, come costole e peroni, che non sviluppano cavità - racconta lo studioso - abbiamo ricavato molte informazioni”.
Sono state esaminate più di 60 ossa di 20 diversi fossili appartenenti a quattro dinosauri tra loro imparentati trovati nel nord America, tutti carnivori e ben piazzati.
Tra i reperti studiati anche quelli del tirannosauro Sue, lo scheletro meglio conservato al mondo, ospite permanente del museo di Chicago (U.S.A.). E le evidenze sono chiare: crescevano in fretta ma non vivevano molto, ovviamente in paragone alla durata della vita umana e di altri animali.
“Conoscere i parametri di crescita di questi giganti permetterà ai paleontologi di saperne di più sulla loro biologia, evoluzione, dinamica delle popolazioni e biomeccanica”, conclude Erickson.