Chi la la memoria migliore? Le ghiandaie o gli scimpanzè, che condividono con l'uomo gran parte del patrimonio genetico? Ecco i sorpredenti risultati degli studi più recenti. (Focus.it, 28 febbraio 2011)
Che memoria hanno gli animali? Che cosa sono in grado di ricordare? C'è una
relazione tra dimensioni corporee, e quindi del cervello, e facoltà
mnemoniche? Etologi, ricercatori e addestratori, anche se per motivi
diversi, se lo domandano da sempre.
Un recente studio condotto da Marusha Dekleva dell'Università di Utrecht ha recentemente dimostrato che gli scimpanzè sono in grado di
ricordare "il chi", "il cosa" e "il dove", ma hanno qualche problema con "il
quando".
Teste dure
La ricercatrice ha mostrato a nove scimmie quattro barattoli diversi per
forma e colore: uno conteneva yogurt e succo di mele, di cui gli animali
sono golosi, uno del pepe rosso, mentre gli altri due erano vuoti.
Ha esposto i primati ai contenitori a intervalli di tempo sempre più
lunghi: 15 minuti, un'ora e poi quattro ore, cambiandone di volta in volta
la posizione e il contentuto.
Gli scienziati si aspettavano che gli
scimpanzè, solitamente molto veloci nell'apprendere, modificassero il loro
comportamento in funzione dell'evolversi della situazione, ma così non è
stato. Gli animali ricordavano molto bene la disposizione e il contenuto
dei barattoli come era stato presentato loro all'inizio del test e hanno
continuato a tentare di servirsi da quelli che, qualche ora prima,
contenevano il loro cibo preferito. Non sono stati quindi in grado di seguire
l'evoluzione temporale degli avvenimenti.
Secondo la Dekleva agli scimpanzè manca la memoria episodica, una memoria a
lungo termine che permette di tenere traccia degli eventi della
vita. «La memoria episodica è collegata alla capacità di pinificare il
futuro ed è probablimente uno degli elementi che ha dato all'uomo il suo
vantaggio evolutivo» spiega la scienziata.
Memoria... da ghiandaia
Ma la capacità di collocare nel tempo un ricordo non è esclusivamente
umana: ce l'hanno anche alcuni uccelli.
Lo ha scoperto Nicola Clayton, un ricercatore di Cambridge, in alcuni
test sulle ghiandaie di macchia. I volatili hanno dimostrato di saper
stimare il trascorrere del tempo in relazione allo stato di conservazione
del loro cibo preferito.
Alcuni ricercatori contestano però la validità di questi test: gli scimpanzè, a differenza delle ghiandaie, non sono soliti fare scorte di cibo e non hanno quindi interesse a tener traccia del passare delle ore in funzione dell'alimentazione. Sarebbe stato molto più interessante insegnare loro su quali piante trovare la frutta in diversi momenti della giornata.
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