L'unico invertebrato capace di vedere il mondo in tre dimensioni, lo fa in un modo completamente diverso dal nostro: le mantidi religiose, maestre nell'agguantare le prede che transitano nel loro campo visivo, hanno una visione stereoscopica specializzata nel captare gli oggetti in movimento, a differenza di quella umana, più utile nel percepire le immagini statiche.
Quello appena riportato su Current Biology è l'ultimo sviluppo di un originale progetto di ricerca di cui vi avevamo già dato conto: una serie di esperimenti che ha visto i neuroscienziati dell'Università di Newcastle (Inghilterra) confezionare minuscoli occhiali 3D, e incollarli delicatamente, con una goccia di cera d'api, sul muso di 20 mantidi religiose africane (Sphodromantis lineola).
Cinema 3D. Così equipaggiati, gli insetti hanno potuto ammirare alcune immagini di punti in movimento che sembravano volare verso destra di fronte al loro trespolo: l'illusione tridimensionale è stata talmente efficace, che le mantidi hanno provato ad agguantare l'ipotetica preda.
In una seconda serie di test, le cacciatrici hanno visto di nuovo i punti in movimento, questa volta camuffati su uno sfondo degli stessi colori. Sono comunque riuscite a seguirli, anche quando le immagini percepite dai due occhi erano completamente discordanti tra loro: questo dettaglio ha permesso di confrontare la loro visione stereoscopica (quella che somma le due immagini retiniche) con la nostra.
Basta che si muova. Il cervello umano percepisce la profondità e la distanza degli oggetti - li vede cioè in tre dimensioni - integrando le immagini colte dall'occhio destro con quelle, lievemente diverse, catturate dal sinistro. Quando le scene sono completamente diverse, la nostra capacità visiva fa cilecca. Non così per le mantidi: poiché gli insetti attaccano solo oggetti in movimento, la loro visione stereoscopica non ha bisogno di funzionare su immagini statiche.
Alle predatrici non importa se i dettagli percepiti dai due occhi sono diversi: riescono comunque a focalizzarsi sul movimento, e integrare le informazioni per capire se uno getto è a portata di zampa. Questa loro caratteristica potrebbe essere sfruttata per costruire robot capaci di una visione 3D più semplice e immediata della nostra.