Quello luminoso è una delle forme più insidiose di inquinamento, e anche una delle più diffuse, tanto che non esiste ormai nessun luogo sulla Terra che ne sia immune. Più passano gli anni, più stiamo davvero scoprendo quanto i suoi effetti siano molteplici e anche inaspettati: a causa dell'inquinamento luminoso, per esempio, la primavera arriva in anticipo, le lucciole si stanno spegnendo e gli insetti notturni in generale si stanno avviando verso l'estinzione.
Cambi di comportamento anche per i predatori. Ora possiamo aggiungere una nuova voce alla lista dei danni dell'eccesso di luce artificiale: un nuovo studio pubblicato su Nature Communications rivela che a causa dell'inquinamento luminoso molte specie di insetti notturni stanno cambiando il loro comportamento, e lo stesso capita ai loro predatori.
L'illuminazione notturna, la fonte principale di inquinamento luminoso, è sempre più diffusa nel mondo, e soprattutto sta cambiando la sua natura: con gli anni, le lampadine tradizionali a vapori di sodio stanno venendo sostituite dai LED, i quali emettono una luce più "complessa" e che copre una fascia più ampia dello spettro luminoso. In altre parole, le luci notturne stanno cambiando, e illuminano il mondo in una maniera nuova – per noi, ma soprattutto per gli animali notturni, che hanno occhi più sensibili dei nostri.
falena sotto osservazione. Per verificare gli effetti di questo cambiamento, il team dell'università dell'Exeter ha usato come soggetto di studio una falena - la sfinge della vite - che è stata esposta a 20 tipi di luce artificiale differenti; dopodiché, gli scienziati hanno osservato se la sua capacità di trovare il cibo venisse influenzata in un senso o nell'altro dall'illuminazione. L'esperimento è stato ripetuto anche con la cinciarella, un uccello tipicamente diurno che però, grazie all'illuminazione artificiale, sta allungando il suo orario di caccia, che si sovrappone sempre di più con quello di attività delle falene.
In entrambi i casi, i risultati sono stati simili, ma con una pessima notizia per le falene. Le quali hanno, per così dire, performato diversamente a seconda del tipo di luce usata: alcune ne hanno migliorato la capacità di individuare il cibo, mentre altre l'hanno inibita – alcune al punto da impedire agli insetti di vedere i colori, e dunque di individuare i fiori dai quali si nutrono.
Quali tipi di luci da usare. Le cinciarelle, invece, se la sono passata decisamente meglio: quasi tutte le luci utilizzate ne hanno migliorato la vista.
Questo significa che l'illuminazione notturna è quasi sempre un vantaggio enorme per i predatori e molto spesso un handicap per le prede: un problema per le falene ma anche per l'intero ecosistema, perché la sfinge della vite (come molte altre sue parenti) è un importante impollinatore. Secondo gli autori dello studio, quindi, non basta impegnarsi per ridurre la quantità di luce artificiale che illumina le nostre notti: bisogna anche decidere quali tipi di luce si possono usare, e quali invece sarebbe meglio accantonare.