Uno degli animali simbolo della Gran Bretagna, lo scoiattolo comune (Sciurus vulgaris) è minacciato da un nemico invisibile, che sta contribuendo al declino della sua specie: la lebbra.
Gli stessi batteri all'origine della lebbra che colpisce anche l'uomo - oggi conosciuta come malattia di Hansen - sono stati trovati nel DNA di alcuni di questi roditori nelle isole britanniche. La scoperta pubblicata su Science, è stata realizzata dai ricercatori dell'Università di Edimburgo.
piaghe sospette. Gli scienziati stavano indagando sull'origine di misteriose lesioni apparse sui musi, sulle orecchie, sulle palpebre e sulle zampe di alcuni scoiattoli inglesi. Con questo obiettivo hanno sequenziato il DNA e prelevato campioni di sangue di 100 scoiattoli morti tra Inghilterra, Irlanda e Scozia.
Retaggio di vecchia data. Hanno così scoperto che tutti e 25 gli esemplari provenienti dall'Isola di Brownsea, nel Dorset inglese, erano portatori del batterio Mycobacterium leprae, lo stesso antico patogeno all'origine della lebbra umana nell'Europa del Medioevo. Altri sono risultati positivi a un altro ceppo batterico che può infettare l'uomo, il Mycobacterium lepromatosis.
Pochi rischi (per noi). Il risultato è per certi versi sorprendente perché l'ultimo caso di peste contratta in Gran Bretagna risale al 1798: per secoli, quindi, gli scoiattoli hanno ospitato i batteri, senza trasmetterli all'uomo. Se li porterebbero dietro dal Medioevo, quando i contatti con l'uomo erano più frequenti, e di questi animali si apprezzava la carne: potrebbero aver contribuito alla trasmissione umana della malattia (o potremmo avergliela trasmessa noi).
Per lo stesso motivo la scoperta non desta preoccupazione per l'uomo: anche se possiamo contrarre la lebbra dagli animali - è già successo con gli armadilli a nove fasce, l'unica altra riserva animale nota del batterio - i contatti tra uomo e scoiattoli non sono così stretti e a rischio (anche se è meglio non toccare gli esemplari morti).
Riserve nascoste. Piuttosto, preoccupa che la il batterio sia letale per gli scoiattoli comuni, anche perché gli scoiattoli grigi (Sciurus griseus), una specie invasiva che con essi compete, ne sembrerebbero immuni. Lo studio conferma inoltre che le riserve del patogeno, che colpisce ogni anno 220.000 persone, specie nei Paesi in via di sviluppo, potrebbero essere più comuni di quanto si pensasse.