Le conseguenze dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia sono innumerevoli, le perdite di vite umane drammatiche e la situazione globale sempre più instabile a causa del conflitto. Ma i combattimenti stanno facendo sentire i loro effetti non solo sugli umani ma anche sugli animali: un nuovo studio pubblicato su Current Biology spiega come la presenza di zone di conflitto abbia costretto le aquile anatraie maggiori, le cui rotte migratorie passano anche sopra l'Ucraina, a modificare i loro spostamenti, con una serie di conseguenze anche sulla loro salute e capacità di procacciarsi il cibo necessario a sostenere il viaggio.
Dove osano le aquile? Lo studio sulle aquile anatraie maggiori comincia nel 2017, quando un team della Estonian University of Life Sciences "taggò" 21 di questi predatori per seguirne gli spostamenti durante le loro migrazioni; questi uccelli sono ormai spariti da gran parte dell'Europa, e la Polesia, una regione della Bielorussia al confine con l'Ucraina, rimane uno dei pochissimi luoghi dove è ancora possibile osservarle.
Lo scopo dello studio era quello di identificare gli hotspot migratori delle aquile, cioè quelle zone dove gli uccelli si fermano nel corso della migrazione per rifornirsi di cibo e riposarsi. Nel 2022, però, con l'invasione da parte della Russia, lo studio ha preso una piega inaspettata, perché per la prima volta il team si è trovato a tracciare gli spostamenti delle aquile sopra una zona di guerra.
danni sulla fauna. Quello che hanno scoperto, confrontando i dati del GPS delle aquile con quelli relativi alle zone più "calde" del conflitto, è che le aquile anatraie maggiori hanno dovuto cambiare percorso e allungarlo, arrivando quindi negli hotspot in ritardo rispetto al solito. Questo ha lasciato loro meno tempo per rifocillarsi, e le ha anche obbligate a spendere più energie del solito per arrivare a destinazione, proprio a causa delle deviazioni che hanno dovuto fare per evitare i pericoli.
sopravvissute. Va detto che le 21 aquile taggate sono tutte sopravvissute e arrivate a destinazione, ma hanno fatto più fatica, e il rischio è che ci siano anche esemplari non monitorati che non sono riusciti a compiere il loro viaggio migratorio. Lo studio fa anche notare che è possibile che la guerra in Ucraina abbia influenzato gli spostamenti di altri uccelli migratori, tra cui potrebbero annoverarsi anche specie in pericolo.