Se Esopo potesse riscrivere la sua favola “La cicala e la formica”, potrebbe intitolarla “La cicala e la ghiandaia”.
Un ricerca inglese mostra come l’abitudine di immagazzinare riserve di cibo della ghiandaia (Aphelocoma californica), un volatile della famiglia dei corvidi (nella foto), non sia frutto dell’istinto, bensì derivi da una vera e propria capacità di pianificazione del futuro.
I ricercatori hanno osservato la “colazione” di otto ghiandaie in cattività. Gli uccelli nelle prime ore del mattino, venivano messi alternativamente in zone diverse della gabbia: alcune dove c’era il cibo e altre in cui non c’era niente da mangiare. Con grande stupore, gli studiosi si sono accorti, dopo sei giorni, che gli uccelli avevano raccolto becchime in eccesso rispetto alle loro necessità quotidiane, accumulandolo nelle zone in cui di solito non c’era il mangime.
L’ipotesi è che il variopinto volatile sia in grado di pianificare il proprio comportamento in funzione del futuro, in questo caso un futuro senza la colazione del mattino.
La ghiandaia previdente
