Animali

La Georgia del Sud ripulita da ratti e topi

L'arcipelago della Georgia del Sud è stato completamente bonificato dai roditori. Per la gioia di molte specie di uccelli, alcune presenti solo qui, che sono state salvate dal rischio di estinzione.

Nell’arcipelago della Georgia del Sud (isole dell'Oceano Atlantico meridionale, al largo dell'Argentina, ma appartenenti alla Gran Bretagna) non circolano più né ratti topi. Lo ha confermato la South Georgia Heritage Trust (SGHT), associazione animalista scozzese che ha eseguito la derattizzazione.

Per debellarli sono state lanciate dagli elicotteri circa 300 tonnellate di esche avvelenate. I milioni di roditori presenti - estremamente dannosi per l’ecosistema perché si nutrono di pulcini e di uova degli uccelli - con il tempo sono così stati eliminati.

Codone della Georgia del Sud (Anas georgica georgica) una delle specie di uccelli che vivono solo in questo territorio, che rischiava di estinguersi a causa dei roditori. © Duncan Wright/wikiMedia

L'arrivo dei topi. I roditori iniziarono a popolare questi territori già nel Settecento. Vi giunsero a bordo di navi da caccia e baleniere e in poco tempo colonizzarono l'arcipelago devastando la popolazione di volatili presenti. Ad allarmare è stata soprattutto la moria dei Pipit (Anthus antarcticus) e del Codone della Georgia del Sud (Anas georgica georgica), due specie di uccelli che vivono solo in questo territorio.

Per cercare di porre un rimedio, a partire dal 2011, è stato lanciato questo ambizioso progetto che prevedeva una strategia graduale: ripulire prima una zona dell'arcipelago (che nel complesso occupa una superficie di 3.900 chilometri quadrati: un po' meno del Molise, per avere un'idea), poi il resto.

Tutto questo sfruttando una condizione favorevole presente nell'isola, dove le diverse zone sono separate tra loro dai ghiacciai che fanno da barriere naturali: è altamente improbabile, infatti, che una zona trattata (e dunque ripulita) possa essere infestata da una vicina.

Test di verifica. Le operazioni di bonifica si sono concluse nel 2015, ma per 2 anni e mezzo sono state condotte verifiche per avere la certezza che il risultato fosse stato raggiunto. Come? Sono stati impiegati bastoncini da masticare (su cui roditori lasciano il segno), trappole fotografiche, tunnel con l'inchiostro (per evidenziare eventuali impronte) e anche cani addestrati per fiutare i roditori.

Alla fine i ricercatori hanno annunciato con soddisfazione che l'eliminazione aveva avuto successo. E una prova tangibile è costituita dalla ripopolazione degli uccelli.

Come ha confermato James Russell, un biologo dell'Università di Auckland in Nuova Zelanda, ora servono misure di prevenzione per evitare che i roditori possano tornare. Non a caso i cani per il rilevamento dei roditori ispezionano regolarmente le navi che dalle vicine Isole Falkland viaggiano verso la Georgia del Sud.

In futuro altri territori potrebbero aver bisogno del medesimo trattamento. Uno di questi è la Nuova Zelanda che, a differenza della Georgia del Sud, ha però un territorio molto più vasto e popolato.

18 maggio 2018 Giuliana Rotondi
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