Difficile mette in relazione il torrido deserto della Valle della Morte nel Nevada (Usa) con i pesci. Eppure proprio in quel deserto, nelle acque limacciose di un pozzo naturale, il Devil’s Hole, profondo circa 100 metri, esiste una comunità di pesci noti come Cyprinodon diabolis (Ciprinodonte di Devil’s Hole).
Sono piccoli pesci (pochi centimetri) con dorso arcuato, testa grossa e grandi occhi. La livrea è blu-argento con una riga nera sul dorso e pinne orlate di nero. Le acque del Devil's Hole raggiungono una temperatura di 32 °C, valore che ucciderebbe la maggior parte dei pesci noti. Per due mesi all’anno il pozzo, che si apre in un profondo lago sotterraneo, non riceve neppure la luce del Sole.
Fino a oggi si pensava che quella comunità di pesci risalisse a 10.000, forse 20.000 anni fa, quando l’area era una fertile oasi, e che quando l’ambiente cambiò, i pesci avessero trovato rifugio in quell’antro e in questo modo fossero sopravvissuti fino ai nostri giorni. Una storia che sembrava non fare una grinza, finché è arrivata una nuova ricerca condotta da Christopher Martin, biologo alla University of North Carolina (Usa).
Solo pochi secoli. Secondo Martin i pesci vivrebbero in quel mondo da un periodo compreso tra i 150 e gli 830 anni. Come ci sono arrivati, visto che a quel tempo l’area era già desertica?
«La scoperta è affascinante perché pone molte domande. Siamo certi che i C. diabolis siano arrivati da relativamente poco tempo, grazie ad accurate analisi sul loro Dna», spiega Martin. Le caratteristiche genetiche di questo gruppo sono troppo simili a quelle di gruppi di altre aree, e questo fa pensare che non possano essere rimasti isolati per 10.000 o più anni.
Come siano arrivati in tempi recenti, però, è tutto da capire. Un’ipotesi è che alcune uova, rimaste attaccate alle zampe di uccelli acquatici, siano finite in questa pozza d’acqua e qui abbiano poi trovato il modo di sopravvivere.
In pericolo. Tuttavia, in questo breve periodo di isolamento, hanno mostrato una capacità evolutiva sorprendente: sono diventati meno aggressivi rispetto ad altri gruppi, hanno sviluppano grandi occhi e marcato altre differenze. È la testimonianza vivente di come i mutamenti di una specie possano avvenire in tempi molto brevi, se necessario. Nonostante gli sforzi fatti dal piccolo pesce per adattarsi, secondo i biologi, si trova però in pericolo d’estinzione e così è iniziato un programma di riproduzione in cattività nei pressi del loro habitat.