Si chiama Myrmecia midas ed è una formica australiana che vive in colonie numerose che ogni notte si svuotano: dai nidi esce una processione di esemplari preposti alla caccia, che si addentrano tra gli alberi in cerca di piccoli artropodi, di resina e di altri materiali utili al mantenimento del nido. Dopodiché, finite le loro operazioni, le formiche tornano al nido.
A differenza di quasi tutti gli altri membri della famiglia Formicidae, però, le foraggiatrici di Myrmecia midas non usano segnali chimici per segnare la strada e indicarla alle compagne. Un nuovo studio pubblicato su eLife dimostra per la prima volta quale sia il loro metodo alternativo di orientamento: la luce della Luna, che loro vedono in maniera diversa (e più ricca) rispetto a noi umani.
Il cielo stellato. Lo studio è partito proprio dalla considerazione che questa formica è tra le pochissime a non sfruttare segnali chimici per ritrovare la strada di casa: il fatto che le loro escursioni di caccia avvenissero solo di notte rendeva ancora più misteriosa la loro capacità di ritornare sempre al nido.
Tramite una serie di esperimenti usando filtri polarizzanti, il team della Macquarie University, in Australia, è riuscito a risolvere il puzzle. La vista delle formiche, infatti, permette loro di vedere anche la luce polarizzata, che ha lunghezze d'onda che i nostri occhi non percepiscono. La luce polarizzata della Luna, in particolare, è visibile anche quando l'astro è coperto dalle nuvole, ed è quindi una guida costante nel cielo per questi artropodi.
Orientamento perfetto. L'esperimento ha dimostrato che a Myrmecia midas basta pochissima luce per riuscire a orientarsi: riescono a sfruttare la Luna come una bussola anche durante il novilunio, quando il nostro satellite emette una luce pari al 20% di quella che emette durante una luna piena.
Lo studio, peraltro, si basa su altre osservazioni precedenti fatte su altre specie di formiche, per esempio Myrmecia pyriformis, nella quale l'attività di caccia diventa più frenetica con l'aumentare della luminosità lunare.
Una sola eccezione. Questo metodo di orientamento, poi, sembra essere particolarmente efficace: nel corso delle loro osservazioni, gli scienziati che hanno prodotto lo studio hanno individuato solo un singolo esemplare che non è riuscito a tornare a casa.