Nei mari di tutto il mondo non ne rimangono che appena 500: immaginate quindi lo stupore di un gruppo di ricercatori milanesi quando, al largo della Grecia occidentale, hanno avvistato una foca monaca mediterranea (Monachus monachus).
Una piacevole sorpresa. Joan Gonzalvo del Tethys Research Institute di Milano, era impegnato con i suoi colleghi nello studio di una popolazione di delfini quando, la scorsa settimana, ha avvistato il mammifero impegnato in una lotta senza esclusione di colpi con un polpo, uno dei suoi spuntini prediletti.
Il cibo prima di tutto. L'animale, lungo circa 130 centimetri, era probabilmente un cucciolo; per nulla spaventato dalla presenza umana, è rimasto a pochi metri dalla barca, consumando indisturbato il suo pranzo davanti allo sguardo esterrefatto dei biologi marini.
Fiducia mal riposta. La natura estroversa e fiduciosa delle foche monache è una delle concause della loro sparizione. Non avendo paura degli uomini, sono facilmente avvicinabili dai cacciatori di frodo che le cercano per venderne carni e pelli. Inquinamento, turismo e crescente presenza dell'uomo nel loro habitat hanno fatto il resto.
fine ingloriosa. Ai polpi, in questi mari, non va molto meglio. Oltre all'esemplare sventurato finito tra le grinfie della foca, nelle scorse settimane Gonzalvo, che dirige un progetto per lo studio dei delfini, lo Ionian Dolphin Project, ne ha avvistato un altro avvinghiato ai genitali di un delfino. Forse, un estremo tentativo di mettersi in salvo sottraendosi alla bocca del cetaceo.