La riduzione dei ghiacci polari sta minacciando la sopravvivenza degli orsi bianchi molto di più di quel che si pensasse. Il perché è semplice. non sono in grado di adattarsi alla riduzione di cibo che si verifica durante le caldi estate artiche allorché i ghiacci si ritirano riducendosi sempre di più.
Gli orsi bianchi si nutrono principalmente di foche che trovano sul ghiaccio; se quest’ultimo viene meno, si riducono anche gli individui cacciabili : le foche, infatti, rimangono per più tempo in acqua. E questo causa la fame degli orsi fino alla morte.
LA FAME AUMENTA. Prima di questa ricerca la maggior parte degli studiosi era convinta che i grossi animali, di fronte ad una riduzione del cibo a disposizione, fossero in grado di entrare in una sorta di “ibernazione attiva”, ossia in una specie di riduzione del proprio metabolismo che richiedesse loro un minor apporto calorico e che permettesse così di sopravvivere anche in condizioni di “carestia”. Ma le conclusioni della ricerca, che è risultata tra le più imponenti mai realizzate, sono di tutt’altro tipo.
Gli orsi, infatti, continuano ad aver bisogno del medesimo apporto calorico, indipendentemente dalle condizioni che in cui vengono a trovarsi. Spiega John Whiteman della Univeristy of Wyoming: «Il loro bisogno di cibo non diminuisce e dunque se non hanno prede la fame aumenta, proprio come se ad un uomo venisse meno il cibo a disposizione».
SANNO DIFENDERSI DAL FREDDO. La ricerca però, ha scoperto un’altra particolarità degli orsi non nota: di fronte alla fame e dunque al bisogno di percorrere lunghe nuotate nelle gelide acque polari, se non sono in grado di ridurre la loro fame, sono in grado invece di raffreddare la parte più esterna del loro corpo per proteggere gli organi interni, quelli vitali. «Una scoperta inaspettata e sorprendente», ha sottolineato il ricercatore.
Questa caratteristica spiega certi comportamenti straordinari degli orsi, come quello di una femmina ed il suo cucciolo che hanno percorso oltre 600 km di nuoto in 9 giorni alla ricerca di cibo. La loro impresa venne registrata attraverso il collare-satellitare che era stato posto attorno al collo della madre e, quando vennero catturati circa 7 settimane dopo per un esame del loro stato di salute, si scoprì che orsa e cucciolo avevano perso il 22% della sua massa corporea.
«Ma questa incredibile resistenza al freddo non porta gli orsi ad adattarsi ad una minore quantità di cibo a disposizione. Essi partiscono la fame e per tale causa possono morire», ha sottolineato Whiteman.
Gli orsi bianchi erano già entrati nella lista degli animali in pericolo: con questa scoperta la loro sopravvivenza risulta ancor più a rischio.
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