Il pangolino è un animale che fino a pochi mesi fa era sconosciuto ai più qui in Europa, e che è diventato famoso suo malgrado per il suo presunto (e per ora senza alcuna prova) legame con la pandemia di SARS-CoV-2. In Oriente, invece, e in particolare in Cina, il pangolino è una celebrità: alle sue scaglie vengono attribuite, dalla medicina tradizionale cinese, proprietà terapeutiche, e questo rende gli appartenenti al genere Manis i primi della lista degli animali più trafficati illegalmente al mondo.
A causa di questo, molte specie di pangolino sono in pericolo critico di estinzione, e proprio dalla Cina arriva una buona notizia sulla sua conservazione: da oggi, e per legge, l'animale è stato tolto dalla lista degli ingredienti consentiti per la medicina tradizionale cinese.
200.000 all'anno. I numeri del commercio illegale di pangolini fanno impressione: ogni anno ne vengono catturati, venduti e consumati (per le scaglie, ma anche per la carne) circa 200.000 esemplari solo in Asia, e solo nel 2019 le autorità di confine hanno sequestrato qualcosa come 130 tonnellate di scaglie, che si pensa aiutino a mantenere la salute e il vigore sessuale. Ovviamente non ci sono prove scientifiche degli effetti terapeutici di queste scaglie, eppure fino allo scorso venerdì il pangolino era inserito nella lista ufficiale di ingredienti utilizzati nella medicina tradizionale cinese; lo stato di conservazione delle otto specie di pangolino, tra cui il pangolino cinese (Manis pentadactyla) che è considerato funzionalmente estinto, ha però convinto l'autorità forestale cinese ad alzare il livello di guardia su questi animali, garantendo loro la massima protezione possibile.
Via dalla lista. La prima conseguenza di questa decisione è che le autorità statali hanno rimosso il pangolino dalla lista della TCM (traditional Chinese medicine), mettendo di fatto un freno potentissimo al commercio illegale di questi animali. O almeno questo è quanto si augurano le autorità cinesi e chi si occupa di conservazione, come World Animal Protection, che da anni fa campagna contro il commercio illegale di pangolini.
E che ora chiede alla Cina che le stesse protezioni siano estese a tutti gli animali selvatici che subiscono lo stesso destino – e che quando vengono catturati vengono tenuti in cattività in condizioni igieniche precarie, in quelli che WAP chiama "focolai per ogni genere di malattia": suona familiare?