Animali

La caccia di una formica infernale del Cretaceo

L'istantanea di una scena di caccia cristallizzata nell'ambra mostra quello che non è mai diventato il pasto di una formica di 100 milioni di anni fa.

Come andavano a caccia le prime formiche esistite su questo pianeta? Non è una domanda facile: stiamo parlando di una famiglia, quella dei Formicidae, comparsa sulla Terra nel Cretaceo e della quale sappiamo relativamente poco, perché 100 milioni di anni fa erano molto meno onnipresenti di quanto siano oggi. Ecco perché l'esemplare di Ceratomyrmex ellenbergeri, una delle prime formiche della storia del pianeta, ritrovato nel Myanmar intrappolato nell'ambra e descritto in un nuovo studio pubblicato su Current Biology, è particolarmente importante: per la prima volta ci permette di vedere una formica antica nell'atto della caccia, anche se cristallizzato.

Formica fossile: Ceratomyrmex ellenbergeri
Formica fossile: dettaglio della testa di Ceratomyrmex ellenbergeri. L'immagine non si riferisce all'esemplare dello studio citato: è uno dei quattro esemplari adulti mai rinvenuti grazie al contributo dell'ambra.

La formica infernale. La Ceratomyrmex ellenbergeri è una di quelle che in inglese si chiamano hell ants, ovvero formiche infernali, termine che può apparire eccessivo per descrivere insetti lunghi appena un centimetro ma le cui caratteristiche fisiche calzano bene col nome. Questa formica del Cretaceo aveva infatti due mandibole prominenti e orientate in modo da aprirsi in verticale (come la nostra bocca) invece che in orizzontale (come la bocca delle formiche di oggi). Era dunque un'anomalia, o quantomeno una soluzione evolutiva alternativa a quella adottata dalle sue parenti - e probabilmente era la soluzione sbagliata, considerato che la Ceratomyrmex si è estinta circa 65 milioni di anni fa.

A caccia di scarafaggi. L'ambra fossile che ospita la formica è come una fotografia di come la Ceratomyrmex utilizzasse la bocca: l'esemplare sta infatti stringendo tra le fauci un Caputoraptor elegans, un antenato degli scarafaggi, e utilizza la mascella per spingere il corpo della preda verso l'alto, e intrappolarlo tra la bocca e il corno. Secondo gli autori dello studio, la strategia di caccia della formica infernale non finiva qui: una volta immobilizzata la preda, l'animale le iniettava un veleno paralizzante per potersene nutrire in tutta calma.

21 agosto 2020 Gabriele Ferrari
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