Una delle nozioni più ripetute, e anche più sbagliate, quando si parla di omosessualità nell'essere umano è che si tratterebbe di un comportamento "non naturale", qualcosa che ci siamo inventati noi come specie. E in effetti quando si parla di comportamenti omosessuali in natura si tende a citare sempre gli stessi due o tre esempi: i macachi, i pinguini e pochi altri.
Un nuovo studio pubblicato su PLOS One, che fa riferimento solo ai mammiferi, vuole ribaltare questa concezione, e dimostrare che l'omosessualità in natura è molto più diffusa di quanto si creda. Il problema sta quindi in chi fa ricerca, che tende a ignorare questi comportamenti e a non riportarli nei propri studi, fornendo così un quadro "sballato" della loro diffusione.
Si fa, ma non si dice. Lo studio ha coinvolto 65 ricercatori che lavorano su un totale di 52 diverse specie di mammiferi, specialmente (ma non solo) primati. Di questi, il 77% ha dichiarato di aver osservato casi di omosessualità negli animali di cui si occupa, ma solo il 48% ha raccolto dati a riguardo, e appena il 19% ha pubblicato questi risultati da qualche parte.
Censura. Lo studio ha quindi, collateralmente, dimostrato l'esistenza di comportamenti omosessuali in parecchie specie delle quali non conoscevamo ancora le abitudini sessuali: tra questi ci sono scoiattoli, manguste, il coati rosso e l'eterocefalo glabro. Stando a questi risultati, dunque, l'omosessualità tra i mammiferi sarebbe molto diffusa, non rara come spesso si dice.
Altro che innaturale. Questo gap tra la percezione dell'omosessualità in natura e la sua effettiva esistenza ha portato, con il tempo, allo sviluppo di convinzioni completamente sbagliate sull'argomento: una su tutte l'idea che anche negli umani si tratterebbe di un comportamento "non naturale", quando in realtà è più difficile trovare una specie perfettamente eterosessuale che una di vedute più ampie.
Oltre i mammiferi. Intervistati dal Guardian, gli esperti hanno confermato che il discorso si può allargare anche oltre i mammiferi: casi di omosessualità sono stati osservati in tutto il regno animale, dalle seppie ai ragni. Questi risultati vanno di pari passo con alcune recenti teorie che sfidano quello che per decenni è stato descritto come un "paradosso Darwiniano": l'idea cioè che l'omosessualità non abbia vantaggi evolutivi, e dunque sia un comportamento inspiegabile in natura. In realtà, ci sono sempre più studi che dimostrano i vantaggi di fare sesso con un compagno che appartiene allo stesso genere.