Pesca intensiva, inquinamento e attività umane incontrollate stanno modificando l'ecosistema marino: i pesci scompaiono, nuove specie prendono il sopravvento. E alcune sembrano uscite da un film horror. (Franco Severo, 12 giugno 2009)
Le coste dei nostri mari potrebbero presto essere invase da un’orda di meduse giganti, molto più grandi di quello che potete immaginare. Stiamo parlando delle meduse Nomura, bestioni gelatinosi di due metri di diametro che possono arrivare a pesare fino a 200 kg. L’inquietante previsione è dei ricercatori dello CSIRO Marine and Atmospheric Research, un blasonato istituto di ricerche australiano.
Il dottor Anthony Richardson e i suoi colleghi affermano che le medusone, grosse e pesanti come lottatori di sumo, stanno rapidamente aumentando nel Mediterraneo, nei mari del sud est asiatico, nel Mar Nero, nel Golfo del Messico e nel Mare del Nord.
Meno pesci, più meduse. Ma cosa sta provocando questo impressionante fenomeno? Secondo i ricercatori il proliferare incontrollato delle Nomura è riconducibile alla pesca intensiva e allo sfruttamento incontrollato dei mari. I pesci sono infatti i principali nemici delle meduse: mangiano i loro piccoli e competono con gli esemplari adulti per il cibo. In molte zone del mondo le attività umane hanno drasticamente ridotto il numero dei pesci e le meduse si sono affermate come nuova specie dominante.
E poi c’è l’inquinamento, che favorisce il proliferare di alghe e mucillaggini e impoverisce di ossigeno vaste zone di mare. E mentre i pesci in mancanza di ossigeno muoiono, le meduse riescono a sopravvivere.
Salvate le sardine. Attualmente la situazione più grave è nei mari del Giappone, dove le Nomura stanno creando non pochi problemi ai pescatori.
Secondo i ricercatori per contrastare l’avanzata delle meduse giganti occorre limitare fin da subito il saccheggio dei mari. In particolare occorre proteggere le sardine e i piccoli pesci pelagici, acerrimi nemici delle gelatinose creature.
Ti piacciono le meduse? Non perderti lo slide show Brividi in gelatina.