Gli zombi non smettono di essere di moda, e non possiamo perdere l'occasione per ricordarlo, a modo nostro. Con una notizia cioè presa dal mondo della scienza, in particolare da quello degli animali sociali. L'impero del titolo è quello di alcune vespe che si comportano da “regine”, ma che fanno tutto all'infuori di governare il nido. Il sistema, estremamente intricato, è stato scoperto dopo anni di studio da un gruppo dell'università di Firenze, che si occupa di etologia degli insetti da molti anni (vedi citazione a fine pagina).
Vespe infette
Cosa accade, allora, a queste regine, e perché sono zombie? Quando le femmine delle vespe Polistes dominulus, le cosiddette vespe cartonaie, sono infettate (poi vedremo come) dal parassita Xenos vesparum smettono di fare quello che fanno tutte le operaie. Invece di badare al nido, dimenticano di essere insetti sociali e quindi anche la loro casta, escono e si dirigono verso un luogo particolare, una specie di ospizio estivo per operaie e regine.
Quello che il parassita modifica è il comportamento sociale di una specie; non l’aspetto, ma solo un particolare momento dell’etologia; che peraltro è il “momento” che caratterizza tutti gli insetti sociali, cioè la divisione in caste.
I parassiti crescono
Nell’ospizio inizia l’accoppiamento: ma non delle false-regine con i maschi, dato che le prime sono castrate dal parassita e i secondi non ci sono, ma dei maschi e delle femmine dei parassiti. I maschi scendono dal loro veicolo e si dirigono verso le vespe sulle quali ci sono ancora le femmine. Lì procedono all’accoppiamento e poco dopo muoiono. Muoiono anche le vespe che avevano ospitato i maschi. Dopo che le femmine si sono accoppiate, devono andare a trovare altri insetti da parassitare. E lo fanno inducendo le vespe, sempre quelle da cui non si muovono, ad andare in un altro ospizio, questa volta invernale, dove trovano le regine (prive di parassiti).
La storia si complica
Qui le regine-regine e le regine zombie passano l’inverno, e quando arriva la primavera partono. Prima le regine vere, e vanno a costruire un nido, poi quelle zombie (dove nel frattempo si sono sviluppate le larve del parassita), che scelgono se andare in giro a spargere il loro carico di morte dove potrebbero arrivare altre operaie che foraggiano, oppure andare anch’esse verso i nidi. Ma non ci vanno per dare una mano, da operaie, come fanno le regine che fondano insieme la colonia, ma ancora per disperdere sul nido lo stadio larvale del parassita, il minuscolo triangolino, in grado di penetrare dentro le larve delle operaie per ricominciare il ciclo.
Le api zombie
Altre specie di parassiti sono molto più dirette, e colpiscono un'altra specie (l'ape) riducendola però anch'essa a un vero e proprio zombie. Se il primo studio ha un altissimo interesse evolutivo e teorico, questa nuova ricerca invece ha anche un risvolto molto, ma molto pratico. Le api zombie, infatti, sono un sintomo di quello che è definito Sindrome dello spopolamento degli alveari, un fenomeno per cui in poche ore un intero alveare è abbandonato dalle api (operaie e regina) che se ne vanno lontano e non sono più trovate.
Coincidenze fortunate
La scoperto, un vero caso di serendipità (il trovare qualcosa che non si è cercato) proviene da un entomologo statunitense, John Hafernik. Nel cercare insetti con cui nutrire le sue mantidi, trovò api morte o moribonde. Dopo averle riportate in laboratorio, le dimenticò, per ritrovarle qualche giorno dopo circondate da pupe di una mosca, l'Apocephalus borealis. Questa specie era nota come un parassita dei bombi, ma non si sapeva che attaccasse anche le api.
Come un film dell'orrore
Il ciclo del parassita potrebbe spiegare molte cose, dalla sindrome al comportamento da “zombie” delle singole api. Dopo che la piccola mosca ha deposto le uova sull'addome dell'ape, infatti, lo sviluppo delle larve all'interno dell'insetto le porta a comportarsi in maniera strana. Le operaie si allontanano dall'alveare e si aggregano attorno alle luce, svolazzando e senza nessun senso della direzione.
Le api parassitate non erano inoltre in grado di reggersi sulle zampe, barcollavano e cadevano in continuazione prima di morire; proprio come zombie.
Gli zombie naturali
Due esempi che dimostrano come l'evoluzione della coppia ospite-parassita possa portare a integrazioni strette dei cicli vitali delle due specie. E di come le passeggiate di zombie che vediamo nei film di Hollywood siano solo un pallido esempio di quello che accade in natura.
L'articolo originale della ricerca sulle vespe è: Beani, L., Dallai, R., Mercati, D., Cappa, F., Giusti, F., & Manfredini, F. (2011). When a parasite breaks all the rules of a colony: morphology and fate of wasps infected by a strepsipteran endoparasite, Animal Behaviour
DOI: 10.1016/j.anbehav.2011.09.012