Sembrano uscite dalla fantasia di uno scrittore, ma sono realmente esistite: enormi e rapacissime. Sono le aquile di Haast, estintesi 500 anni fa. E parenti delle aquile più piccole della Terra.
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L'aquila attaccava di lato. Illustrazione: © John Megahan/PLoS |
Collezionista di ossa. Cooper è riuscito a estrarre, da ossa dell'uccello vecchie almeno 2.000 anni, un tratto completo di Dna che è stato confrontato con quello di altre aquile viventi, per verificare la più prossima parentela del colosso scomparso. Ed ecco la sorpresa: l'aquila di Haast, più grande del 40% rispetto al maggiore rapace vivente, l'arpia dell'America Latina, è parente stretta della più piccola aquila conosciuta, l'aquila minore australiana (Hieraaetus morphnoides), che vive tra Australia e Nuova Guinea e non raggiunge il peso di 1 kg. I due uccelli, per quanto così diversi, hanno avuto un antenato comune, anch'esso di piccole dimensioni, meno di un milione di anni fa.
Crescita veloce. E secondo Michael Bunce, uno degli studiosi impegnati nella ricerca, «questo significa che dopo il suo arrivo in Nuova Zelanda, l'aquila ha accresciuto le sue dimensioni di 10-15 volte in un periodo relativamente breve. Un cambiamento evolutivo che non ha precedenti per gli uccelli». L'aquila di Haast ha anche un altro primato: «È l'unico rapace divenuto il predatore di punta nella catena alimentare di un ecosistema terrestre», dice il paleobiologo Richard Holdaway dell'Università di Caterbury, anche lui impegnato nella ricerca. Cacciava anche il gigantesco moa, un uccello terrestre simile agli struzzi che pesava fino a 200 kg.
(Notizia aggiornata al 10 gennaio 2005)