Ci sono situazioni che provocano ansia nei cani, in alcuni razze di più, in altre di meno. Per esempio la notte di Capodanno può essere un incubo per i cani e i loro padroni: i fuochi d'artificio sono fonte di stress e ansia per quasi tutti gli animali domestici, e alcuni sembrano particolarmente sensibili e vulnerabili.
Ebbene, la paura dei botti, come tante altre ansie e paure che colpiscono i nostri cani, non è una questione di carattere, ma di genetica: lo sostiene Hannes Lohi, genetista canino dell'università di Helsinki che ha condotto uno studio preliminare sul legame tra le razze canine e i loro comportamenti, che suggerisce che, proprio come negli umani, anche nei cani la genetica contribuisca in maniera decisiva a determinare alcuni tratti del carattere.
Decine di migliaia di cani spaventati. L'esperimento di Lohi, che per ora non comprende ancora veri e propri studi genetici ha visto coinvolti 13.700 cani, rappresentanti di un totale di 264 razze diverse. Il team di Lohi ha chiesto ai loro padroni di "dare un voto" ai loro animali relativamente a sette diversi tipi di comportamenti collegati all'ansia: sensibilità ai rumori, paura delle altezze e delle superfici riflettenti, disattenzione, comportamenti compulsivi, aggressività, ansia da separazione e una generica "paura di tutto". Il 72% dei cani esaminati ha dimostrato di avere almeno una di queste sette paure, ma non è questo il dato che interessa di più a Lohi.
Gli schnauzer arrabbiati e i retriever spaventati. Analizzando la distribuzione delle paure in 14 razze rappresentate da almeno 200 esemplari, Lohi ha scoperto dei pattern molto evidenti: il lagotto, per esempio, una razza italiana di retriever, è la razza che più di tutte ha paura dei rumori forti, mentre gli schnauzer nani sono i più aggressivi in circolazione, un tratto completamente assente, per esempio, nei labrador.
Al di là dei singoli casi, secondo Lohi i risultati dimostrano che c'è una forte componente genetica dietro all'insorgere di ansie specifiche nei cani – un'idea, peraltro, già supportata da altri studi (per esempio questo sul "gene dei rumori forti" nei pastori tedeschi). Il lavoro è ancora in fase preliminare, e diventerà particolarmente complesso quando si tratterà di applicarlo ai cani non di razza, ma potrebbe diventare uno strumento molto potente per aiutare i padroni a gestire (e anticipare) le paure dei propri cani.