Saad Bhamla è un ingegnere molecolare che lavora al Georgia Institute of Technology, e che, stando a uno studio pubblicato su Nature Communications, ha un bel giardino dietro casa. È qui che ha scoperto il curioso comportamento di un minuscolo insetto che l'ha spinto a contattare tre colleghi e a organizzare uno studio per vederci più chiaro.
L'insetto in questione, una cicalina (appartenente all'ordine Cicadellidae) chiamata Homalodisca vitripennis, ha infatti inventato un metodo di minzione unico nel suo genere: emette goccioline di pipì ad altissima velocità grazie a una sorta di "catapulta" che si trova sulla coda. In questo modo, risparmia energie e probabilmente riesce anche a tenere lontani i predatori.
La catapulta urinaria. Il metodo di espulsione della pipì di Homalodisca vitripennis si basa sullo scagliare il pù lontano possibile il liquido senza fare troppa fatica, grazie a un'appendice che si trova sul retro del suo corpo e che funziona come la paletta di un flipper, piegandosi e poi tendendosi per propellere le goccioline di urina.
Un'analisi più approfondita, fatta combinando riprese ad alta definizione e modelli informatici, ha mostrato però che il metodo è più efficiente di quanto dovrebbe essere in teoria: le gocce di pipì "volano" a una velocità che è quasi una volta e mezza quella a cui si muove l'appendice, mentre per logica dovrebbero andare alla sua velocità se non qualcosa di meno. Da dove arriva questa forza supplementare? Be', ancora una volta dall'appendice, che quando si piega comprime le goccioline di liquido e le "carica": quando le lancia, quest'energia latente si sprigiona e si aggiunge a quella del lancio.
Poca fatica, tanta sicurezza. Il risultato è che le goccioline vengono sparate a una velocità di 30 cm/s: potrà non sembrarci granché, ma bisogna ricordare che provengono da un insetto che arriva a malapena al centimetro di lunghezza, a quella velocità, quindi, copre, in un secondo, una distanza pari a decine di volte la lunghezza del suo corpo. In termini di accelerazione, poi, quella impressa dal movimento improvviso dell'appendice arriva a 40G (le macchine sportive più veloci raggiungono i 4G).
C'è un altro segreto in questa tecnica, e cioè che consuma relativamente poca energia. Homalodisca si nutre infatti della linfa degli alberi, che è composta in gran parte da acqua: deve quindi berne moltissima (circa 300 volte il suo peso corporeo) per recuperare tutti i nutrienti che gli servono.
Grazie a questa "superpropulsione" questi insetti riescono quindi a liberarsi della pipì senza fare troppa fatica, e senza sprecare la poca energia che hanno ricavato dal cibo. Da non sottovalutare, infine, il fatto che lanciare la propria pipì molto lontano potrebbe aiutare a tenere lontani potenziali predatori, che spesso usano le sostanze chimiche contenute nell'urina per individuare le loro prede.