Animali

Insetti: siamo vicini a un'apocalisse ecologica

Le loro popolazioni nelle riserve naturali tedesche si sono assottigliate di tre quarti negli ultimi 27 anni, ma il problema pare estendersi a tutti i paesaggi dominati dall'agricoltura. 

Siamo sull'orlo di un Armageddon che riguarda oggetti volanti, ma questa volta gli asteroidi non c'entrano. L'insieme di insetti con ali che vive nelle riserve naturali della Germania si è ridotto del 76% negli ultimi 27 anni, per cause ancora poco chiare. E c'è poco da sperare anche per il resto d'Europa visto che, come sottolinea lo studio pubblicato su PLOS One, l'ecatombe potrebbe riguardare tutte le aree interessate da intensa attività agricola.

Gli insetti sono cruciali sia come impollinatori, sia come anello della catena alimentare: costituiscono il cibo di uccelli, rettili, piccoli mammiferi volanti e terrestri. Già da tempo si era registrato il declino di quelli volanti con un metodo empirico: il numero di quelli che si schiantano contro il finestrino delle auto è calato vertiginosamente.

Lavoro corale. Ma dal 1989 in poi, decine di entomologi tedeschi hanno usato un approccio più scientifico per registrarne il declino: con metodi standardizzati, cioè uniformi per tutti, hanno catturato oltre 1.500 campioni viventi di insetti alati in 63 riserve naturali del Paese - luoghi in cui, almeno in linea teorica, il numero di queste creature dovrebbe essere ancora soddisfacente.

Decimati. Hanno invece realizzato che nell'ultimo quarto di secolo, la biomassa degli insetti volanti di tutte le specie (ossia il loro numero), dalle libellule alle api, dalle mosche alle vespe, è calata del 6% all'anno, con una media annuale che è scesa del 76% dal primo anno di misurazione. Se si considera soltanto l'estate, il periodo di maggiore abbondanza delle creature alate, la picchiata è ancora più netta, e raggiunge l'82%.

Quali cause? Variazioni meteo, trasformazione del paesaggio e copertura forestale non riescono a spiegare con chiarezza il drastico calo, anche se l'agricoltura intensiva al di fuori delle riserve e l'utilizzo di pesticidi potrebbero aver avuto un ruolo, che andrà indagato. Rispetto agli insetti senza ali, che rimangono per forza di cose più ancorati al territorio, quelli alati potrebbero essere più vulnerabili, perché capaci di avventurarsi all'esterno, in aree meno protette.

21 ottobre 2017 Elisabetta Intini
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