A un gruppo di insetti sono rispuntate le ali. Una dimostrazione che l'evoluzione può tornare indietro.
Un insetto stecco gigante australiano. Alcuni suoi parenti hanno sviluppato ali, anche dopo milioni di anni. |
Uno studio condotto sull’ampio ordine degli insetti stecco (Phasmatodea) dimostrerebbe che in alcuni casi essi avrebbero sviluppato evolutivamente le ali dopo averle perse. Un’eventualità che non era mai stata ritenuta possibile, data l’alta complessità dei meccanismi fisiologici e genetici che governano lo sviluppo delle ali. Secondo gli entomologi la conquista del volo è stato l’evento più importante nell’evoluzione degli insetti. Ha consentito loro di diffondersi ovunque sul pianeta e differenziarsi negli attuali gruppi. La ricerca sugli insetti stecco, o fasmidi, condotta congiuntamente dalle università di Brigham Young, nello Utah, del Missouri e di Göttingen in Germania, ha però mostrato, con indagini sul Dna e tecniche di calcolo probabilistico, che tutte le famiglie di questo ordine derivano da sei lontani antenati privi di ali che, quindi, si erano trasformati in precedenza da volatori a insetti atteri. Tra i fasmidi, si contano attualmente circa 3.000 specie, di cui il 40% ha ali completamente sviluppate. Sono assolutamente identiche a quelle degli altri insetti, ma evidentemente si sono evoloute una seconda volta da quei lontani progenitori che le avevano perse. Come questo sia avvenuto non è chiaro ma, secondo gli studiosi, è certo che le ali non sono state “inventate” due volte. Nei fasmidi si sono probabilmente riformate a partire dalle strutture muscolari e nervose che permangono nel torace delle specie attere, sotto l’azione di geni che hanno conservato la loro funzione anche dopo una lunga serie di eventi evolutivi.
(Notizia aggiornata al 4 febbraio 2003)