La Terra è nel pieno della sesta estinzione di massa, che rischia di spazzare via una percentuale rilevante di tutte le specie viventi. E le megafaune, cioè tutti gli animali di dimensioni paragonabili o superiori a quelle di un essere umano, saranno tra le prime vittime: negli ultimi 10.000 anni, cioè da quando l'umanità ha cominciato a contribuire attivamente al fenomeno, è sempre valsa la regola che più un animale è grosso meno è compatibile con la nostra specie.
Grandi mammiferi. In Asia, però, ci sono alcune bestie che non accettano la situazione, e contro ogni previsione stanno prosperando nelle aree urbanizzate e in quelle circostanti. Si tratta di quattro specie che, stando a uno studio pubblicato su Science Advances, si stanno dimostrando sorprendentemente adattabili, al punto che i loro numeri stanno crescendo nelle popolazioni che vivono in prossimità degli esseri umani.
Sempre più piccoli. Lo studio è stato condotto sulle 14 specie (tutti grandi mammiferi) di maggiori dimensioni del continente asiatico. Per 10 di queste valgono le regole valide per tutte le megafaune del mondo: le loro popolazioni sono in declino, in particolare nelle aree urbanizzate e dintorni. Questo perché gli animali più grossi sono i primi a venire cacciati, i primi a soffrire per la distruzione dell'habitat e anche quelli che più rischiano di creare problemi nel contatto con gli umani: pensate per esempio ai bovini selvatici che distruggono i raccolti, o i carnivori che si divorano il bestiame. Il fenomeno si chiama downgrade trofico: gli animali più grandi stanno scomparendo a una velocità molto superiore a quella dei più piccoli. Come detto, però, lo studio ha anche dimostrato l'esistenza di quattro specie che vanno controcorrente: tigre, elefante asiatico, cinghiale e leopardo nebuloso.
Stop al bracconaggio (per cominciare). In tutte e quattro le specie, le popolazioni che vivono più vicino a paesi e città sono in crescita, in controtendenza rispetto al trend globale ma anche a quelli locali: il leopardo nebuloso, per esempio, sta scomparendo in molte aree selvatiche a causa della deforestazione. In vicinanza delle città, però, i loro habitat sono paradossalmente più protetti, e gli animali corrono meno il rischio di incontrare i bracconieri, che si tengono alla larga dalle zone più urbanizzate.
La dimostrazione che la lotta alla caccia di frodo in particolare è una strategia di conservazione fondamentale arriva da Singapore, che ha completamente eliminato il bracconaggio e dove due megafaune stanno nuovamente prosperando: si tratta del cinghiale e del sambar, un parente del cervo. Purtroppo lo studio non ha solo buone notizie: ci sono molte specie (tra cui il tapiro, l'orso malese e il rinoceronte di Sumatra) che stanno invece declinando anche nelle aree più urbanizzate: se vogliamo invertire la tendenza, dicono gli autori, è fondamentale prima di tutto fermare la caccia illegale.