La vita sociale dei cani della prateria è affascinante e complessa. Le loro colonie hanno profonde differenze culturali tra loro e addirittura dialetti specifici; le loro strategie di comunicazione per evitare i predatori sono intricate quanto quelle di altri mammiferi sociali più "celebrati". E, soprattutto, i cani della prateria usano uno strumento di comunicazione fondamentale, che permette loro di stabilire gerarchie, stringere alleanze e tenere insieme una rete sociale nella quale tutti gli esemplari hanno un ruolo e nessuno domina sugli altri: i baci. Queste e altre rivelazioni su questi roditori che appartengono al genere Cynomys si possono leggere in uno studio, pubblicato su Behavior, che raccoglie i risultati di circa vent'anni di osservazioni costanti.
20 anni con i cani della prateria. Jennifer Verdolin (università dell'Arizona) ha passato gli ultimi due decenni a studiare da vicino le popolazioni di Cynomys gunnisoni (il cane della prateria di Gunnison) che vivono nelle pianure intorno a Flagstaff, in Arizona appunto. Secondo la studiosa si tratta di animali straordinari e sottovalutati: «Da un lato hanno molti predatori, dall'altro la gente li considera solo dei grossi ratti», dice, «ma sono animali con un linguaggio tutto loro, e pure con dialetti. Collaborano tra loro come pochissimi altri animali, e tra le loro colonie ci sono enormi differenze culturali».
Un comportamento che è però comune a tutte le colonie, e ha lo stesso significato ovunque, è il bacio: il saluto universale per i cani della prateria. Quando due individui si incontrano e si baciano, per esempio, è sicuro che non lotteranno tra di loro, perché appartengono alla stessa colonia. E anche all'interno dello stesso gruppo sociale ci sono differenze: più baci si scambiano due esemplari, più il loro rapporto è stretto.
Con 24.000 baci. Un'altra cosa che Verdolin ha imparato in questi vent'anni, e che contraddice gran parte della letteratura esistente su questi animali, è che i cani della prateria non sono gerarchici: nelle loro colonie non c'è, come si credeva, un maschio dominante con un harem di femmine al suo servizio, ma totale parità tra esemplari; questo ovviamente complica le relazioni, ma i Cynomys tengono tutto sotto controllo grazie ai baci. Che, ed è un altro dettaglio che indica la complessità delle reti sociali dei cani della prateria, non vengono distribuiti equamente: ci sono individui che vengono baciati da tutti indiscriminatamente, altri che danno e ricevono baci solo dalle loro relazioni più strette, e addirittura esemplari che fungono da ponte, e vanno a baciare membri di colonie confinanti per facilitare i rapporti, favorire scambi culturali e magari anche la migrazione di uno o più individui.
Una nota per concludere: c'è un motivo preciso se Verdolin ha condotto questi studi sul cane della prateria di Gunnison. Altri animali sociali, comprese le altre quattro specie di Cynomys, hanno una società che potremmo definire "fluida", per cui sciolgono le colonie quando le risorse sono scarse (per permettere ai singoli individui di andare in cerca del proprio cibo), e le ricostituiscono quando tornano ad abbondare. Il cane di Gunnison, invece, mantiene il suo territorio e la struttura del suo clan per tutto l'anno, e ha dunque colonie più solide e durature, ma anche più facilmente suscettibili ai cambiamenti climatici e alla distruzione dell'habitat: è impossibile, per esempio, prelevare i membri di una colonia e spostarli in una zona più sicura senza confonderli e disturbare le loro abitudini – un particolare da tenere in considerazione quando si pianifica per la loro conservazione.