Il cercopiteco dryas (Cercopithecus dryas) è una delle scimmie più rare del mondo: vive esclusivamente in una piccola area della Repubblica Democratica del Congo, sulla sponda sinistra dell'omonimo fiume, e l'IUCN stima che ne rimangano appena 200 esemplari. Dal 2008 il dryas è anche inserito nella Lista Rossa delle specie a rischio, e il suo status indicato come CR, "critically endangered", l'ultimo gradino prima dell'estinzione. Oltre a essere estremamente raro, il dryas è anche particolarmente sfuggente: è molto timido, e vive in zone di vegetazione fitta nelle quali è difficile osservarlo – e quindi creare strategie valide di conservazione.
Buone notizie. Una buona notizia in questo senso arriva dal Lomami National Park, da dove un team della Florida Atlantic University ha appena presentato uno studio durato cinque anni e dedicato all'osservazione in natura della scimmia tramite fototrappole speciali; i risultati sono pubblicati su Oryx, e come potete vedere qui sotto anche su YouTube in forma video.
Non è facile osservare il cercopiteco dryas in natura, e non è facile farlo neanche tramite fototrappole: vive nel fitto della foresta, dove la visibilità è scarsa, anche a causa della poca luce; e non si può neanche usare il flash per illuminare l'ambiente, perché il rischio è di spaventarlo e tenerlo alla larga dalle zone monitorate.
Come trovarlo. Il team che ha condotto la ricerca ha dovuto quindi inventare un sistema non invasivo per "catturare" le scimmie: fotocamere senza flash, posizionate in punti nei quali la luce naturale era sufficiente per sperare di ottenere immagini utilizzabili. Il secondo problema che gli scienziati hanno dovuto affrontare è stato il posizionamento: le fototrappole devono essere piazzate in punti frequentati dalle scimmie, per non rischiare di trovarsi davanti migliaia di ore di girato di vegetazione tropicale.
La soluzione, in questo caso, è arrivata dalle popolazioni locali, che conoscono la foresta e sanno quali sono i punti frequentati dal dryas. In ognuna di queste posizioni, il team ha posizionato tre fototrappole – una a livello del terreno, un'altra tra le liane fino a 10 metri di altezza e la terza sugli alberi, oltre i 15 metri – per avere la ragionevole certezza che almeno una scimmia ci passasse davanti.
In autostrada. I risultati hanno premiato il metodo: le fototrappole a livello del suolo non hanno registrato comparsate di dryas, e quelle sulle liane l'hanno fatto una volta sola, ma quelle posizionate più in alto hanno registrato un totale di 32 eventi separati – e se vi sembrano pochi vi ricordiamo che i dryas rimasti sono appena 200.
Lo studio ci dice innanzitutto che i dryas non si spostano a livello del suolo ma solo lungo le "autostrade verdi" delle chiome degli alberi, e ci suggerisce anche che potrebbe valere la pena ripetere l'esperimento in altre aree del Congo, per scoprire dove sono gli altri suoi habitat, e formulare strategie di conservazione più efficaci.