Animali

Il sacrificio annunciato delle colombe del Papa

Il candore immacolato dei due pennuti è di richiamo immediato per gli uccelli più aggressivi: così i volatili simbolo di pace sono volati verso una fine che gli si poteva forse risparmiare.

Non è la prima volta che le colombe della pace liberate durante l'Angelus del Papa in Piazza San Pietro finiscono nelle grinfie di pennuti più aggressivi. Ma quest'anno la tragica fine di uno dei due candidi volatili - dilaniato in pochi secondi da un gabbiano - ha suscitato l'indignazione di molti su Twitter, nonché le critiche ufficiali dell'Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA).

Destino segnato
C'è chi ha voluto leggere nel duplice attacco subito dai pennuti (il secondo è stato aggredito da una cornacchia ma è riuscito a sopravvivere) segnali apocalittici e nefasti presagi. Ma il motivo per cui le colombe, simbolo di purezza e fratellanza per la tradizione cristiana, vengono prese di mira dai loro simili è puramente scientifico, e ha a che fare con il loro eccezionale candore.

Il bianco immacolato del manto delle colombe non esiste in natura: è stato ottenuto in centinaia di anni di addomesticazione e incroci. I piccioni che normalmente affollano le piazze italiane hanno in genere un piumaggio grigio, nero o marroncino. In ogni caso, sfumato e mai solamente bianco. Una volta liberate, le colombe della pace saltano quindi subito all'occhio; gli uccelli più aggressivi - come appunto, gabbiani e cornacchie - le individuano subito come diverse. La stessa infelice sorte tocca, in altri contesti, a molti animali albini.

Bianchi per caso
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Senza difese
Escluso il mimetismo, dunque, le colombe dovrebbero puntare su altre tecniche di difesa. Ma avendo trascorso l'intera vita in allevamento, presumibilmente in una gabbia, non sanno far fronte alle minacce esterne, che si tratti di un altro uccello o di uno dei pericoli della città. Non sono abituate a riconoscere i predatori come tali, né sanno sottrarsi a situazioni rischiose come lo scontro con un'automobile. E a meno che non riescano a rientrare nelle finestre papali, in cerca di caldo, non passano molte ore prima che facciano una brutta fine.

Per questo l'ENPA si sta facendo portatore di un appello in cui si chiede al Pontefice, da sempre sensibile al tema della tutela animale, di salvaguardare anche questi animali, inconsapevoli portatori del peso di una tradizione millenaria.

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28 gennaio 2014 Elisabetta Intini
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