Uno degli esempi più classici e curiosi di cooperazione fra specie di pesci è quello tra i pesci pulitori e i loro “clienti”. I primi aspettano altre specie (di solito molto più grosse) in una tana nella barriera corallina e, quando arrivano, li liberano dai parassiti della pelle, di cui si nutrono. Una cooperazione mutualistica, che è un classico del comportamento animale.
Adesso un lungo e complesso studio di un gruppo di ricercatori canadesi, inglesi e francesi, pubblicato su Scientific Reports (qui l'intero articolo, in inglese), rivela che questo comportamento può essere sconvolto dal rumore dei motori delle imbarcazioni.
Distrazioni. La ricerca, condotta nella Polinesia francese, ha comportato osservazioni del comportamento del pesce pulitore Labroides dimidiatus, uno dei più studiati, e dei suoi assistiti. Normalmente, questo pesciolino della famiglia dei Labridi, quando arrivano altri pesci, si dedica a strappare pezzi di pelle morta e a staccare i piccoli parassiti che vivono sul corpo dei pesci a cui dedica le sue attenzioni.
Quando però nella zona si aggirano barche a motore, i pesci modificano il loro comportamento: è facile che il pulitore strappi pezzi di carne viva dal pesce su cui lavora, mentre quest'ultimo reagisce più lentamente alle ferite e non lo scaccia come farebbe di solito.
L’ipotesi del gruppo di ricerca è che il rumore del motore distragga entrambi gli animali, che quindi si comportano in maniera inconsueta, apparentemente non naturale.
La ricerca si aggiunge a una serie di altri articoli, prodotti dallo stesso gruppo, che testimoniano come il rumore dei motori modifichi profondamente il comportamento degli animali marini: per esempio la sopravvivenza dei piccoli quando sono accuditi dai genitori, la mortalità dei pesci dovuta alla predazione, fino allo sviluppo e alla mortalità degli invertebrati che vivono nelle barriere coralline.