Elefanti e alberi sono molto più legati di quanto si potesse pensare e la caccia a questi animali non mette solo a rischio la loro sopravvivenza ma anche quella delle foreste in cui vivono. È ciò che ha scoperto un team di ricercatori dell’Università della Florida dopo un’indagine durata tre anni e condotta nelle giungle della Thailandia: gli studiosi hanno messo in relazione il ruolo giocato dai pachidermi nel disperdere, attraverso le loro feci, i semi dell’albero di Miliusa horsfieldii e la “salute” stessa di questa specie vegetale. E hanno scoperto che che quest’ultima diventa più cagionevole al diminuire degli elefanti.
È talmente stretto il legame tra piante e animali trasportatori di semi che, secondo gli esperti, l’eventuale scomparsa di Elephas maximus potrebbe far aumentare di 10 volte la probabilità che questi alberi si estinguano nel giro di un centinaio di anni. Questo metterebbe in pericolo, con un effetto a cascata, anche la biodiversità complessiva di quelle zone.
L’unione fa la forza. Per arrivare a questa conclusione gli scienziati, il cui lavoro è stato pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, hanno osservato la capacità di sviluppo e di sopravvivenza di alberi germogliati da semi caduti dalla pianta madre e alberi cresciuti da semi trasportati da elefanti. E hanno constatato che i secondi erano più sani e avevano una maggior capacità di sopravvivere rispetto a quelli costretti a crescere in ambienti più affollati sotto le fronde dall’albero genitore.
Trevor Caughlin, uno degli autori della ricerca, spera che questo studio possa evidenziare ulteriormente quanto in un ecosistema animali e piante siano interconnessi e che possa sensibilizzare al problema della caccia agli elefanti il cui numero in Thailandia è sceso da 100.000 a 2.000 in circa un secolo.