Uno studio pubblicato su Scientific Reports ha identificato una specie di coccodrillo preistorico che sarebbe vissuta tra i due e i cinque milioni di anni fa in Australia, più precisamente nei canali del Queensland, nella parte sudorientale del continente: il Gunggamarandu maunala, letteralmente padrone del fiume dalla testa bucata (in riferimento alle aperture presenti sul cranio), è ritenuta la specie di coccodrillo più grande mai vissuta in Australia, e si stima che alcuni esemplari raggiungessero i sette metri di lunghezza.
Reperti antichi e tecniche moderne. Il fossile del cranio dell'animale non è stato scoperto di recente, ma è stato custodito nel Queensland Museum per quasi 150 anni: era il 1875 quando venne rinvenuto, ma all'epoca non vi erano tecniche sufficientemente avanzate che permettessero di studiarne i dettagli e ricostruirne la morfologia. Grazie alla tomografia computerizzata, che ha consentito ai ricercatori di ricostruire digitalmente l'anatomia dell'animale, ora abbiamo finalmente potuto scoprire nuovi dettagli su questa specie estinta, appartenente a una sottofamiglia di coccodrilli chiamata Tomistominae. Fino ad ora l'Australia era l'unico luogo, a parte l'Antartide, dove non erano mai stati rinvenuti resti fossili di tomistominae.
Siccità ed estinzione. Gli esperti non sanno con certezza quali furono i motivi che portarono il G. maunala all'estinzione, ma sospettano che la causa principale sia stata la siccità che ha interessato il continente australiano negli ultimi milioni di anni: «L'Australia si è gradualmente inaridita, in particolare negli ultimi 100.000 anni», spiega Steven Salisbury, uno degli autori. «I grandi sistemi fluviali sono scomparsi, e con essi anche i coccodrilli che ci vivevano».