Non c'è niente da fare: se volete sbarazzarvi di un pitone birmano dovrete usare l'ingegno. Secondo un recente studio condotto da istituti di ricerca della Florida e pubblicato sul Biology Letters della Royal Society, il pitone birmano possiede una bussola biologica grazie alla quale può facilmente ritrovare la via di casa, anche a lunghe distanze.
Questa è la conclusione dell'esperimento che si è svolto nel Parco Nazionale delle Everglades (Florida), dove gli studiosi hanno prelevato e trasferito sei esemplari a decine di chilometri di distanza (dai 21 ai 36 km), dotandoli di trasmettitori GPS e monitorando il loro spostamenti. Ben cinque tra loro sono riusciti a tornare in un raggio di cinque chilometri dal punto di cattura, muovendosi in linea pressoché retta verso "casa". Il risultato ha stupito i ricercatori, che si aspettavano che i rettili si sarebbero installati nel nuovo habitat.
Il pitone birmano è uno dei serpenti più grandi del mondo. Può raggiungere cinque metri di lunghezza e quasi 80 chili di peso. Originario del Sud-Est asiatico, si è diffuso nel Parco delle Everglades, probabilmente a seguito dell'abbandono di alcuni esemplari acquistati come animali domestici. Essendo un incredibile predatore (può inghiottire un alligatore intero) ha provocato la drastica diminuzione dei mammiferi che abitano il parco.
Nel caso specifico lo studio potrà aiutare a prevedere ed eventualmente limitare la diffusione dei pitoni birmani in Florida. Più in generale rappresenta un passo avanti nella comprensione delle abilità dei rettili, anche perché è probabile che altri serpenti siano dotati dello stesso metodo di orientamento. L'origine di tale abilità è tuttora motivo di ricerca, ma si pensa che potrebbe derivare dal campo magnetico terrestre (come nel caso delle tartarughe di mare o dei salmoni), dall'olfatto o dalla luce del sole.
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