L'apocalisse degli insetti potrebbe essere una delle conseguenze più catastrofiche delle attività umane, un'estinzione di massa che minaccia di coinvolgere il 40% delle specie di insetti del pianeta e di causare un vero e proprio collasso di tutti gli ecosistemi del pianeta. Uno scenario da incubo, e un'emergenza che va affrontata con la massima urgenza: lo sostiene un gruppo di 73 scienziati che su Nature ha pubblicato un "piano d'azione" che, se implementato nei prossimi anni, potrebbe ribaltare le sorti degli insetti e salvare loro (e noi) da morte certa.
Sul breve periodo... Il piano si articola in più fasi: gli scienziati distinguono tra azioni di breve periodo (quelle che chiamano "no regret solutions", letteralmente "soluzioni senza rimpianti"), da applicare al più presto possibile, e azioni di medio o lungo periodo. Le prime sono facili da immaginare: migliorare i programmi di conservazione, interrompere l'uso di pesticidi, ridurre l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e quello luminoso, restituire eterogeneità al paesaggio agricolo... interventi che molti Paesi stanno già applicando a livello locale e che dovrebbero diventare una priorità globale, facendo attenzione a proteggere immediatamente le specie più in pericolo.
... e sul lungo. A queste azioni si devono accompagnare, secondo gli scienziati, una serie di piani sul medio-lungo periodo, volti a migliorare la nostra conoscenza della situazione globale degli insetti. Da un lato quindi si invita a condurre nuove ricerche e raccogliere nuovi dati, oltre che a rianalizzare quelli che abbiamo già a disposizione e che non sfruttiamo a sufficienza (per esempio quelli delle collezioni museali, accademiche o private); dall'altro a un maggiore coinvolgimento di istituzioni e società civile, stabilendo (citiamo) "partnership tra pubblico e privato" e "promuovendo e applicando protocolli globali standard di monitoraggio e conservazione". In altre parole una rivoluzione che coinvolga l'intero pianeta: un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario.