Quando si parla di sesso "bizzarro" il primato spetta agli animali marini. Non bastavano le evoluzioni focose di ricci di mare, meduse e piovre (guarda il video) né il Kamasutra davanti alle telecamere di due calamari. C'è una creatura oceanica che batte tutti, perché provvista di un superpotere più unico che raro: un pene "usa e getta", da buttare (e far ricrescere) dopo ogni accoppiamento.
Il nudibranchio, un mollusco gasteropode il cui nome è già tutto un programma, perde i propri organi riproduttivi 15-30 minuti dopo l'accoppiamento, e nel giro di 24 ore è di nuovo pronto per fare l'amore.
L'hanno scoperto i ricercatori dell'Osaka City University che hanno raccolto alcuni esemplari di Goniobranchus reticulata, una specie di nudibranchio, nella barriera corallina al largo dell'isola di Sesoko, nel Mare Cinese orientale, per poi studiarne il comportamento in un acquario.
Queste lumache di mare che vivono sui fondali dell'Oceano Pacifico e Indiano erano già note per alcune curiose caratteristiche. Talvolta i nudibranchi perdono volontariamente parti del proprio corpo - come la loro caratteristica mucosa colorata e ondeggiante - per disorientare i predatori e darsela a gambe non visti.
Inoltre gran parte di questi molluschi appartiene alla categoria degli ermafroditi simultanei: ha cioè sia gli organi riproduttivi maschili, sia quelli femminili, e può dare o ricevere sperma a seconda dei casi. Addirittura, i nudibranchi possono mettere da parte lo sperma di diversi partner e scegliere con quale fecondare le uova, dopo aver digerito quello che non serve.
Altri animali, come alcune speci di polpo, perdono il proprio pene dopo l'accoppiamento, ma questa è la prima volta che una creatura vivente mostra di poter farsene ricrescere uno nuovo. Analizzando i peni scartati, i ricercatori hanno notato che attacate alle spine uncinate poste sull'organo sessuale di questi molluschi, c'erano tracce di sperma. L'ipotesi è che dopo l'accoppiamento, i nudibranchi si sbarazzino del proprio pene per assicurarsi che la partner usi il loro sperma per fecondare le uova, e non quello dei rivali in amore che le spine del pene dovrebbero servire a rimuovere.
«Se i nudibranchi lasciassero il proprio pene dentro all'organo femminile del partner, non potrebbero rimuovere lo sperma dei loro avversari in amore» hanno scritto i ricercatori in un paper apparso su Biology Letters.
I ricercatori hanno osservato negli individui che non avevano ancora perso il proprio organo maschile una struttura a spirale al centro del dotto interno del pene. Sarebbe proprio il tessuto di questa spirale a sostituire il pene mancante quando serve un rimpiazzo.
Ci sarebbe abbastanza tessuto per ricostituire il pene tre volte (come è successo agli esemplari di Goniobranchus reticulata studiati). Ora bisognerà capire se altre specie di nudibranchi condividano la macabra, e utile, abitudine.