Lo studio della classificazione delle specie serve anche a stabilire le relazioni di parentela. Una delle più controverse, tra gli zoologi, è quella che riguarda l’identità del gruppo alla base dell’intero e intricato albero cui appartengono tutti gli animali, dai più semplici come le meduse ai più complessi come gli uccelli o i mammiferi (uomo compreso).
Il dibattito va avanti da almeno dieci anni, con articoli e controarticoli, risposte e ribattute a volte piccate dei gruppi che si occupano del tema.
La lunga diatriba sembra essersi conclusa, almeno secondo un gruppo di ricercatori europei (in cui sono presenti due italiani). È stato stabilito che i nostri antenati più antichi erano simili - ma non identici, ovviamente - alle attuali spugne. Organismi semplicissimi, hanno una struttura non centralizzata, costituita da cellule molto simili tra di loro che costruiscono uno scheletro-casa in cui vivono.
DILEMMA ANTICO. L’articolo, che è stato pubblicato da Current biology (qui l’intero lavoro, in inglese) ha utilizzato sofisticate analisi per dirimere una questione importante, per gli evoluzionisti: i primi animali furono spugne o ctenofori? Questi ultimi sono specie gelatinose semplici, dalle forme molto variabili, che si spostano nei mari spinte dalle correnti e da alcune file di ciglia vibranti. Si nutrono di plancton e di altre specie più grandi, che catturano e inghiottono in un colpo solo.


RISOLTO DALLA GENETICA? La diatriba riguardava proprio l’estrema antichità di spugne e ctenofori, e chi fosse il primo “animale” complesso a comparire sul pianeta. Alcuni studi, di provenienza di solito americana, appoggiavano la tesi degli ctenofori, altri ‒ altrettanto robusti ‒ spiegavano che erano invece le spugne a essere comparse per prime.
Il nuovo lavoro afferma con decisione che le nuove analisi dei geni presenti nei due gruppi svelano come il primo gruppo animale comparso sia appunto quello dei Poriferi, le spugne.
«Abbiamo usato tecniche genetiche e statistiche piuttosto raffinate, che per esempio tengono conto dell’eterogeneità dell’evoluzione, cioè del fatto che non tutti i gruppi animali vanno incontro a identiche variazioni del genoma, nel corso della loro lunga storia», afferma Omar Rota Stabelli, ricercatore della Fondazione Edmund Mach di Trento e tra gli autori della ricerca.
«Attenzione, non è vero», continua Rota Stabelli, «che il nostro antenato fosse una spugna, ma solo che noi e le spugne abbiamo un antenato comune, e che questi animali marini sono state le prime specie complesse ad apparire sulla Terra». Infine, conclude il ricercatore: «Per una volta genetisti molecolari e morfologi (che studiano l'anatomia degli animali) sono d'accordo».
DALLE SPUGNE A OGGI. Il lavoro potrebbe anche fornire basi più solide per spiegare l’evoluzione di organi complessi, come il sistema nervoso e l’apparato digerente. Se fossero state gli ctenofori i primi a comparire, infatti, la traiettoria evolutiva sarebbe stata del tutto differente e molto più difficile da spiegare.