Animali

Il mollusco che perfora le rocce masticandole

Una specie di bivalve che vive in un fiume delle Filippine buca le rocce calcaree, che frantuma e trasforma in sabbia fine: con la sua insospettabile attività riesce a rimodellare il corso dei fiumi.

Una creatura vermiforme che trivella le rocce di fiume, riducendole a un colabrodo, ha lasciato di sasso i biologi del Museo Nazionale Francese di Storia Naturale, che l'hanno di recente studiata nelle Filippine. Il vermone è in realtà un mollusco bivalve della famiglia dei Teredini, creature d'acqua dolce dal corpo allungato note per un insolito appetito: di norma sono ghiotte di legno e, con i gusci come apparati abrasivi, in passato devastavano gli scafi delle barche.

Focus Extra 83, mare, oceani
Dell'importanza degli oceani per la sopravvivenza della Terra si parla in modo approfondito in Focus Extra - Noi e il mare n. 83 (primavera - estate 2019). © Focus Extra

Ma il nuovo mangia-pietre ha gusti più sofisticati: uno dei suoi gusci si è evoluto in una perfetta macchina perforatrice capace di bucare e disintegrare la roccia. Il prodotto di questo pasto è espulso dalla parte opposta del suo corpo a tubo, lungo una decina di centimetri: ciò che entra come roccia, esce come sabbia, che va a depositarsi sul fondo del fiume. Gli scienziati hanno battezzato il bivalve Lithoredo abatanica, dal nome del fiume Abatan (nelle Filippine), dove è stato osservato.

Talpa di fiume. Diversi animali ingoiano pietre per aiutare la digestione (lo fanno per esempio alcuni uccelli), ma il mollusco filippino è il primo capace di mangiare e bucare la roccia allo stesso tempo. Non è ancora chiaro se i sassi siano effettivamente una fonte di cibo: forse ne trae nutrimento attraverso batteri specializzati nel suo intestino, ma la roccia in uscita sembra identica a quella masticata (consistenza a parte).

Molluschi che mangiano la roccia
L'opera ingegneristica dei Lithoredo abatanica in una roccia del fiume Abatan. © Reuben Shipway; Marvin Altamia

Effetti visibili. Quel che è certo è che la creatura agisce profondamente sul paesaggio. Gli scienziati che l'hanno - con attenzione - estratta dalle rocce hanno trovato buchi lunghi anche 60 cm, usati poi come tane da altre specie, come granchi e pesci.

E visto che la sabbia espulsa dal mollusco si deposita sul letto del fiume, nelle aree densamente popolate da L. abatanica il fiume muta gradualmente il suo corso, scivolando accanto e attorno ai nuovi mucchi di detriti.

Alla ricerca, pubblicata su Proceedings of the Royal Society B, seguiranno nuovi studi genetici per capire come si sia evoluto lo strano comportamento e quale tipo di nutrimento il bivalve tragga dalle rocce.

27 giugno 2019 Elisabetta Intini
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