Nessuno di noi li ha mai visti dal vivo: si sono estinti tre secoli fa. Eppure i dodo hanno ispirato, con il loro portamento goffo, personaggi dei cartoni animati (li ritroviamo anche nel film L'era glaciale), fumetti, gioielli. Che aspetto avevano realmente?
Un'aria familiare. La prima analisi approfondita dell'unico scheletro completo rimasto del mitico uccello rivela una grande verità. Il dodo (Raphus cucullatus) non sembrava un avvoltoio, come spesso lo si raffigura. Somigliava piuttosto a un grosso piccione.
Un amaro destino. Il pennuto, alto circa un metro e incapace di volare, era diffuso nelle isole Mauritius da prima dell'arrivo dei coloni olandesi, nel 1598. In quell'ambiente senza predatori prosperava e aveva raggiunto dimensioni notevoli, ma i navigatori europei approdati nell'arcipelago dell'Oceano Indiano introdussero specie "aliene" - come ratti e maiali - che in breve tempo provocarono l'estinzione dell'uccello. I dodo scomparvero definitivamente nel 1693.


Reperto prezioso. A quell'epoca il concetto di estinzione non era sentito e le ossa rimaste dell'uccello sono poche.
La maggior parte degli scheletri sono composti dai resti di più esemplari: solo uno, conservato al Museo di Storia Naturale di Port Louis, Mauritius, appartiene a un singolo esemplare.
Su questo, e su uno scheletro composito, si sono concentrate le analisi di paleontologi americani e spagnoli.
La verità nelle ossa. Grazie a uno scanner laser i ricercatori hanno esaminato le ossa e costruito un modello 3D dell'uccello, il più fedele possibile all'anatomia originale. Scoprendo che, a dispetto del becco robusto e del largo cranio, il dodo somigliava, per proporzioni e livello di aggressività, più a un piccione che a un rapace.
Meno aggressivo. La scoperta di ossa prima mai osservate nei reperti del pennuto, come le rotule, o le ossa delle anche, ha portato a ricostruire la camminata del volatile, e a ricalibrarne stazza e forza muscolare: il dodo era un po' meno paffuto di quanto si credesse. E anche un meno aggressivo del solitario di Rodriguez (Pezophaps solitaria), un columbiforme strettamente imparentato con esso, che usava le ali per combattere: al dodo manca una cresta ossea dello sterno, essenziale per compiere questo movimento.
Alimentazione. Le analisi sul becco sembrerebbero infine indicare che si nutriva di semi duri, forse anche di piccoli crostacei. E che dal suo approdo nell'arcipelago, 8 milioni di anni fa, abbia aumentato taglia 4, forse 8 volte più velocemente rispetto al ritmo dei suoi antenati. Interrotto soltanto dall'arrivo dell'uomo.