Talmente elusivo da essere ritenuto, per molti anni, una semplice fantasia, un serpente notturno messicano si è fatto di nuovo vivo, dopo decenni di latitanza. Dando ragione al naturalista che per primo, negli anni '30 del '900, l'aveva descritto.
Il rettile in questione è un Hypsiglena ochrorhyncha unaocularus, endemico dell'Isla Clarión, nell'arcipelago messicano delle Islas Revillagigedo. Avvistato per la prima volta dal naturalista ed esploratore William Beebe nel 1936, non fu però trovato nelle successive spedizioni sull'isola, tanto da essere considerato un errore conseguente a un'annotazione sbagliata del biologo.
Ora una spedizione dello Smithsonian e dell'Istituto di Ecologia messicano ha rintracciato alcuni esemplari del serpente. Decretando che si tratta di una specie nuova, mai descritta prima di Beebe.
Frutto dell'immaginazione?
Nel corso della sua spedizione, Beebe raccolse una serie di campioni di animali mai osservati fino ad allora, che più tardi avrebbe donato al Museo di Storia Naturale Americano. Tra questi c'era anche un tipo di serpente notturno (Hypsiglena torquata), che Beebe identificò come una nuova sottospecie e ribattezzò Hypsiglena ochrorhyncha unaocularus.
Ma le abitudini solitarie del rettile ne fecero sparire, da allora in poi, le tracce. Tanto che gli appunti di Beebe furono a lungo considerati pura "fantasia". Finché Daniel Mulcahy, zoologo e autore del paper pubblicato su PLoS One, non ha svelato il mistero. Dopo aver osservato le scaglie del serpente conservato al museo, Mulcahy ha deciso di seguirne le "orme" e si è recato personalmente sulla Isla Clarión.
Di nuovo sul campo
Esplorando gli anfratti più nascosti delle rocce dell'isola, lo scienziato e la sua equipe hanno scovato 11 dei rettili descritti da Beebe. Il loro colore - marroni con isolati puntini neri - e le abitudini solitarie hanno fatto pensare che non si trattasse di una sottospecie, ma di una specie a parte di serpente notturno. Ipotesi confermata dalle analisi genetiche.
Insomma Beebe aveva ragione, concludono gli scienziati che sottolineano l'importanza delle ricerche sul campo nella tutela della biodiversità, patrimonio di cui oggi ricorre la Giornata Mondiale.
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