Una delle conseguenze più importanti della domesticazione dei lupi non è stata la sua trasformazione in un fedele animale domestico, il cane, ma una radicale modifica di comportamento. Il lupo, diventato cane circa 15.000 anni fa nell'Asia orientale (come ha chiarito un lavoro di Peter Savolainen, uno studioso di Stoccolma, pubblicato su Science) è cambiato molto in queste migliaia di anni. È diventato, da predatore più importante degli ecosistemi temperati, un nostro compagno di passeggiate, un guardiano delle pecore e un aiutante nella caccia. Secondo Brian Hare, del dipartimento di antropologia dell'università di Harvard, i cani sono diventati abilissimi nel seguire lo sguardo dell'uomo, e trasformare quindi questi gesti in veri e propri segnali che indicano la presenza di cibo. Un compito che neppure i lupi, da cui i cani derivano, o gli scimpanzé, nonostante siano i nostri più stretti parenti, sono in grado di eseguire. Dopo una serie di esperimenti (pubblicati anch'essi su Science) che hanno coinvolto cani, lupi e cuccioli di cane per verificare alcune ipotesi diverse, i risultati sono stati inequivocabili.
Meglio dei lupi. Dopo aver posto del cibo sotto un contenitore, lo sperimentatore indicava quest'ultimo al soggetto sperimentale (appena entrato) colpendo o semplicemente guardando il recipiente (figura 1 a sinistra). I cani adulti sono riusciti a capire meglio dei lupi che il gesto di indicare segnalava la presenza di cibo (figura 2). Inoltre, anche i cuccioli sono risultati più abili dei lupi (e degli scimpanzé) nel capire al volo quello che l'uomo voleva dire loro. Le conclusioni? Secondo gli scienziati statunitensi, il processo di domesticazione ha modificato totalmente, oltre che il corpo, anche la psicologia del cane, permettendogli di entrare meglio in sintonia con il suo nuovo capobranco, l'uomo, e capire tutti i segnali che provengono da noi. Forse anche per questo, molti padroni di cani hanno l'impressione che il loro compagno li capisca al volo.