Sono molte le specie di piante che attirano gli impollinatori fingendo di essere qualcos’altro. Alcune si travestono da carne putrida e puzzano così per attirare le mosche. Altre hanno i fiori che assomigliano alle femmine delle vespe, e inducono i maschi ad accoppiarsi con loro e sporcarsi di polline. In questo modo ingannano gli insetti e riescono ad arrivare al loro scopo (lo scambio di polline) senza troppi sforzi.
Triangolo di morte. Una specie, definita in inglese pianta paracadute (Ceropegia sandersonii), che abita in Sud America, imita però un odore molto particolare: quello delle api che si dibattono e mordono per fuggire quando sono in difficoltà, attaccate da un ragno o una pianta carnivora. Un fenomeno effimero e momentaneo, che però ha la caratteristica di attrarre alcune mosche, specie del genere Desmometopa, che gli ecologi definiscono cleptoparassiti (parassiti nascosti). Le mosche non sono predatrici dirette delle api, ma si nutrono dei fluidi rilasciati dagli insetti feriti.
Scopo raggiunto. Assalite dai ragni, infatti, le api emettono alcune particolari molecole volatili, che normalmente sembrano essere implicate nella difesa dell’alveare, probabilmente perché attirano le altre operaie in loro difesa. Le mosche si avvicinano al luogo del delitto e si nutrono delle api in difficoltà. Allo stesso modo, quando sono attratte dai composti emessi dalla pianta, atterrano sul fiore; non trovando l'ape in difficoltà, si aggirano sulla piante e si sporcano con i granelli di polline, andandosene poco dopo. Sempre alla ricerca di prede, queste mosche si spostano su altre pianticine e in questo modo depositano il polline della pianta precedente e fecondano i fiori.