Nella lingua dei Tupi, una delle più numerose popolazioni indigene del Brasile (almeno prima dell'arrivo di noi europei), la parola ubirajara significa "signore della lancia", un titolo altisonante che un gruppo di scienziati ha deciso di attribuire a un piccolo dinosauro scoperto in Brasile qualche anno fa ma studiato solo di recente, come si legge in uno studio pubblicato su Cretaceous Research. Il motivo di questa scelta è che l'Ubirajara jubatus, questo il nome completo dato all'animale, portava sulle spalle delle strutture simili a lance, appunto, che potevano presumibilmente servire a intimidire rivali e predatori e per conquistare le femmine: secondo gli autori dello studio, è a partire da strutture di questo tipo che alcuni uccelli, per esempio il pavone, hanno evoluto le loro vistose e coloratissime strategie per mettersi in mostra.
Il signore delle lance. L'Ubirajara proviene da Crato, una formazione geologica che si trova nel nordest del Brasile, nel bacino di Araripe; la formazione risale all'età Aptiana, compresa tra 125 e 110 milioni di anni fa, ed è considerata un Lagerstätte, cioè un'area nella quale sono presenti fossili perfettamente conservati e in grandi quantità. In particolare, la formazione Crato è la testimonianza della presenza, 110 milioni di anni fa, di un piccolo mare interno poco profondo, intorno al quale viveva una ricca fauna. L'Ubirajara è il primo fossile di dinosauro (uccelli esclusi) trovato nella formazione, e quello che, in base allo studio, doveva essere anche il più vistoso: era coperto da una fitta pelliccia che, sulla schiena, poteva "gonfiarsi" a comando per renderlo più imponente, e soprattutto portava sulle spalle due coppie di spine fatte di cheratina (la stessa sostanza di cui sono fatti i nostri capelli e unghie) che, ipotizzano i ricercatori, avevano lo scopo di intimidire i rivali e impressionare le femmine.
Il pavone prima del pavone. L'eccezionale conservazione del fossile di Ubirajara ha permesso agli scienziati di fare una serie di ipotesi sul suo comportamento. L'esemplare rinvenuto, che era grosso poco più di un pollo, era con ogni probabilità un maschio, ed era in grado di sollevare la sua pelliccia a comando, come fanno, per esempio, i moderni porcospini, o anche cani e gatti. Per quel che riguarda le spine dorsali che gli hanno dato il nome, anche quelle, secondo lo studio, potevano essere controllate: l'Ubirajara le sollevava quando doveva mettersi in mostra, e le appiattiva sulla schiena quando doveva muoversi tra la vegetazione, e sfuggire agli sguardi di un predatore.
Robert Smyth, primo autore dello studio, spiega che queste strutture sono l'esempio più primitivo conosciuto di una comunicazione visiva di questo tipo tra dinosauri, e hanno gettato le basi perché lo stesso tipo di strutture si sviluppassero nei moderni uccelli, per esempio pavoni o uccelli del Paradiso.