Nel giro di qualche anno nel nostro Paese il coniglio è diventato un animale da compagnia, passando da pietanza a pet. E si è conquistato anche il terzo posto nella classifica degli animali più diffusi nelle nostre case dopo il cane e il gatto. Ma a differenza di questi ultimi si pensa che il piccolo animale abbia bisogno di meno cure e attenzioni. In realtà non è così. Ecco perché.
di Anna Mannucci, 22 febbraio 2008
Per i conigli inizia una nuova era: non solo pietanza gustosa, questo animale infatti sta diventando un fedele compagno di giochi nelle case degli italiani. |
La moda del coniglio come animale da compagnia, in Italia, è iniziata una decina di anni e si è affermata negli ultimi quattro o cinque. Ma ancora oggi questi animali entrano nelle case come cibo. C'è chi li tiene come amici e chi li mangia; qualcuno, poco sensibile, fa entrambe le cose. Negli Usa, il passaggio da “carne bianca” ad animale d’affezione è avvenuto prima, ma non in tempi antichi, risale agli anni ’80 del secolo scorso e solo nel 1988, in California, venne fondata la House Rabbit Society, che poi divenne la “casa madre” e l’associazione modello per tutti gli appassionati.
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Con “coniglio” si intende quello europeo, Oryctolagus cuniculus, appartenente alla famiglia dei lagomorfi e non dei roditori, come si pensa comunemente. I vari tipi, nano, gigante, ariete, angora, rex, testa di leone e molti altri - ne sono stati contati quasi 60 - sono delle razze, selezionate artificialmente, ma tutti, compresi quelli “da carne” fanno parte della stessa specie. E tutti possono essere ottimi animali da compagnia, la taglia infatti non è rilevante.
Non si può sapere quanti conigli domestici ci siano nel nostro paese, non esiste infatti un'anagrafe e le cifre basate sugli alimenti confezionati venduti come adatti per questi animali non sono valide, perché i bravi padroni non li comprano (su ciò si tornerà). Le uniche stime disponibili sono quelle che affermano che il coniglio è al terzo posto, tra gli animali d’affezione, dopo gatto e cane.
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Conigli di ripiego
Purtroppo i motivi per i quali la maggior parte delle persone prende un coniglio sono sbagliati. Spesso è una scelta di ripiego; scartati il cane, perché troppo impegnativo, e il gatto, perché fa danni, si passa al coniglio, considerato facile da tenere e senza esigenze mediche ed esistenziali. Invece è un animale sensibile, intelligente, vivace, affettuoso e con una sua personalità, diversa da individuo a individuo.
Andando sul pratico, tutto ciò significa che non può vivere sempre in gabbia, che è delicato, che ha bisogno di relazioni affettive, di gioco, di alimentazione specifica e di cure veterinarie qualificate. Inoltre, i padroni devono dedicargli tempo e attenzione per insegnargli molte cose: dall’usare la cassettina igienica al relazionarsi con tutta la famiglia. Questo perché è un animale sociale, cioè in natura vive in gruppo, in una colonia, ed è raccomandabile non lasciarlo sempre solo. Chi pensa di avere poco tempo da dedicargli è meglio che ne adotti due, magari prendendoli da cuccioli. Ma si può anche scegliere un adulto – o due adulti, ma che siano già amici - scegliendo tra i tanti abbandonati e reperibili presso le associazioni zoofile.
Fifone a chi? Due cuccioli si sfidano per gioco. Ma il coniglio non è pavido. È solo consapevole dei suoi limiti e sa che in natura è una facile preda. |
Vivo e vegeto
Un altro motivo della “preferenza” per questo animale - poco esplicitato dalle madri che lo comprano per far contento il loro bambino - è la speranza che viva poco. E in effetti molti vivono davvero poco, tre o quattro anni. Ma perché sono trattati e soprattutto nutriti male. Nelle giuste condizioni, arrivano a dieci anni, qualcuno anche a quindici (l’aspettativa di vita, negli ultimi anni, è cresciuta per tutti, umani e non).
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Il coniglio non assomiglia nel comportamento, nella fisiologia, nelle patologie e nelle esigenze alimentari, né al cane, un onnivoro di antica domesticazione, né al gatto, un carnivoro predatore.
Così, per esempio, molti farmaci e antiparassitari usati su questi “normali” animali da compagnia per lui sono estremamente nocivi, a volte mortali.
Il coniglio è un erbivoro stretto, cioè si ciba esclusivamente di vegetali, uno scavatore di gallerie ed è una preda. Tutte caratteristiche che vanno tenute in considerazione quando se ne adotta uno.
Preda dei bambini
Il coniglio è una preda per eccellenza, e la sua anatomia e psicologia si sono adattate per cercare di evitare questa fine. Ma non si tratta di un animale pavido, ci sono conigli che minacciano e rincorrono i gatti di casa. Le reazioni di difesa sono l’immobilità e la fuga precipitosa. E proprio per la fuga è organizzato il suo corpo: scheletro leggero e fragile e muscolatura forte. Per questo, non è un animale molto adatto ai bambini, che facilmente lo fanno cadere, provocando fratture, o, stringendolo, lo costringono a reazioni violente, movimenti che possono rompere
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Una bella casa
Il coniglio deve avere una gabbia – grande, come minimo un metro per 70 cm o un metro e venti per 50 cm - e ben organizzata, con un nascondiglio (una casetta di legno non impregnato di sostanze tossiche), il cibo, il beverino, la cassettina igienica, dei tubi in cui entrare. Ma per lui deve essere una casa, un rifugio, non una prigione. Alcune ore al giorno, almeno tre o quattro, il coniglio deve andare in giro, camminare, esplorare, avere compagnia.
Se si ha una stanza organizzata tutta per lui, è una buona cosa ma non vi deve essere rinchiuso sempre perché ha bisogno di comunicare con gli altri esseri viventi.
Occhio di lince
Sempre per cercare di sfuggire al suo destino di preda, il coniglio ha una vista eccellente, con un campo visivo di circa 180° per occhio, che gli permette di vedere in tutte le direzioni senza muovere la testa. Proprio davanti al naso ha invece un piccolo punto cieco.
Piccola star: un batuffolo bianco immortalato da un nostro lettore. © Nylia |
Il terribile “mal di denti”
«Il coniglio ha i denti, non solo gli incisivi, ma anche quelli interni, a crescita continua, tutta la vita, come le unghie» racconta Marta Avanzi, veterinaria e socia fondatrice della Sivae (Societa' italiana veterinari per animali esotici) «ma, in natura, li consuma masticando a lungo, per molte ore al giorno, l’erba, che è abrasiva a causa dei cristalli di silice che contiene. Il pane secco non serve a niente, anzi, fa male»
Tanti conigli smettono di mangiare, soffrono e muoiono a causa di problemi legati ai denti, dolorose malocclusione, ascessi, decalcificazioni. Le radici dei denti possono crescere fino a uscire dalla mandibola o ad arrivare perfino nell’orbita oculare. Succede verso i due anni e mezzo, tre, quando vengono portati dal veterinario con la bocca devastata. A questo punto, quasi sempre la soluzione migliore è l’eutanasia. Ma non è tutto, la cattiva alimentazione causa anche gravi problemi intestinali, dalle infezioni al blocco totale.
Abitudini particolari
A proposito di alimentazione e delle sue conseguenze, il coniglio produce due tipi di feci: uno formato dalle tipiche
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Rosicchiatore e scavatore
Per la sua caratteristica di rosicchiare, un coniglio libero per casa può incorrere in molti oggetti per lui pericolosi, come fili elettrici e detersivi, oppure può far danni, mordicchiando mobili, divani e molto altro.
Le sue uscite dalla gabbia devono dunque essere in territorio reso sicuro o sotto l’occhio vigile del padrone.
Le passeggiate e le corse sono indispensabili per la salute fisica e mentale del coniglio, ma sono anche un’occasione per socializzare e giocare, per esempio la sera, quando la famiglia si riunisce.
Come ricorda il nome scientifico, cuniculus, il coniglio scava gallerie e passa molto tempo in cunicoli. Poter scavare e avere a disposizione dei rifugi chiusi, come tubi o scatole, è dunque fondamentale, anche quando vive in casa.
Sterilizzazione e malattie
Come è noto, i conigli sono molto prolifici. Se vivono in casa, è quasi indispensabile sterilizzarli chirurgicamente, a partire dai 3 mesi e mezzo. Anche perché, soprattutto i maschi, hanno l’abitudine di marcare il territorio con l’urina, analogamente a come fanno i gatti non operati.
È necessario però rivolgersi a un veterinario che abbia conoscenza ed esperienza di questa specie (vedi i siti).
Il coniglio, come tutti gli esseri viventi, è soggetto ad alcune malattie, parassitarie e infettive. A questo riguardo è meglio chiedere consiglio per vaccinazioni e cure a un veterinario esperto di questa specie.