Da sempre il cane viene definito il migliore amico dell’uomo: questo non solo perché ci leghiamo a lui e lui si lega a noi da un punto di vista affettivo, ma anche perché è in grado di comprendere, a differenza del suo progenitore (il lupo), i nostri gesti ed è in grado di comunicare con noi intenzionalmente. Infatti, anche se linguaggio fatto di parole non fa parte delle sue modalità comunicative è capace, come atre specie di mammiferi (scimpanzè e delfini), di imparare che le cose hanno un nome e gestire un vocabolario di oltre 200 parole.
È il caso di Rico, un border collie (nella foto) che vive con i suoi proprietari in Germania.
Rico conosce il nome di oltre 200 oggetti, tra cui giochi per bambini e palline, ed è in grado di riportarli al padrone su richiesta. Quando Rico aveva 10 mesi i proprietari gli hanno insegnato a riconoscere gli oggetti in questo modo: venivano messi sul pavimento tre differenti oggetti e gli veniva chiesto di prenderne uno in particolare. Se Rico sceglieva quello giusto veniva premiato con del cibo o con il gioco.
In questo modo Rico aumentò gradualmente la sua conoscenza degli oggetti: normalmente i proprietari introducevano un nuovo oggetto ripetendone il nome 2 o 3 volte; dopo di che Rico poteva giocare con il nuovo oggetto e questo veniva inserito nella “collezione” degli altri oggetti.
Nel 1994 Rico fu portato al Max–Planck, Centro di Ricerca di Psicologia Evolutiva e Comparata della Germania. Qui gli furono fatti una serie di test cognitivi, i cui risultati confermano il fatto che Rico conosce il nome di oltre 200 oggetti e che è in grado di imparare il nome di nuovi giocattoli e ricordarli per settimane. Infatti quando i ricercatori hanno inserito un nuovo giocattolo tra i quelli a lui familiari e gli hanno chiesto di recuperarlo utilizzando una parola che lui non avevo mai sentito prima, Rico è andato a prendere il nuovo giocattolo. Quattro settimane più tardi, Rico aveva effettivamente integrato la parola nel suo vocabolario. Sembra che Rico impari il nome dei nuovi oggetti come fanno i bambini, mediante quello che gli scienziati definiscono “mappatura veloce”: i bambini e Rico sarebbero in grado di desumere quale è l’oggetto richiesto perché, tra quelli che hanno a disposizione, è l’unico che non conoscono.
Il fatto che Rico sia un cane cresciuto in casa, “addestrato” dai proprietari e non da specialisti fa supporre che, a parte le capacità soggettive di ogni cane e la sua predisposizione all’apprendimento, qualsiasi cane abbia potenzialmente la capacità di capire le parole umane e, se abituato fin da piccolo, possa diventare come Rico.