Nei programmi di pet therapy, il cane non viene “addestrato” per sopperire alla disabilità della persona, come per esempio avviene per i cosiddetti cani di servizio (per es. un hearing dog per i pazienti con problemi uditivi o un cane guida per i non vedenti). Il ruolo del cane impegnato nella pet therapy è quello di contribuire al miglioramento delle condizioni psico-fisiche di un soggetto, attraverso l’interazione esistente fra lui e il conduttore e fra la coppia cane-conduttore e l’utente.
La spontaneità di questa interazione basata sulla socialità è alla base di questo tipo di programmi.
Anziché parlare di “addestramento, per gli animali co-terapeuti si parla invece di “preparazione” che altro non è se non un’educazione di base (per esempio viene richiesto al cane di rispondere a determinati comandi impartiti dal conduttore) e una preparazione specifica (il cane viene progressivamente sottoposto a una serie di stimoli affinché prenda confidenza con la maggior parte di lor o).
Affinché i cani non diventino uno “strumento” di lavoro, ma siano co-terapeuti nei programmi di Pet therapy e anch’essi ne traggano benefici, è necessaria un’adeguata attività di selezione, al fine di ottenere la migliore interazione. Il cane deve interagire con l’utente per il piacere di farlo, perché trova gratificante di per sé il rapporto con la persona e non perché vi è costretto.
Tutti gli animali impegnati in questo tipo di attività devono rispondere a requisiti sia sanitari sia comportamentali. Dal punto di vista sanitario, l’animale deve essere esente da malattie di qualsiasi genere, comprese le cosiddette zoonosi (ovvero le malattie che l’animale può trasmettere all’uomo)
Il cane co-terapeuta dovrà inoltre essere un soggetto equilibrato ed esente da disturbi comportamentali di vario genere (es. paura, aggressività, ansia).
Oltre a tutto ciò, il cane, per partecipare a questi programmi dovrà dimostrare:
- socialità (intesa come capacità di gradire il contatto con le persone e di ricercare un’interazione con loro);
- buona tempra (cioè capacità di resistenza a tutti gli stimoli provenienti dal mondo esterno);
- una corretta reattività (adeguata velocità di risposta agli stimoli esterni. Possono essere difficili da gestire sia un grado di reattività troppo elevato sia troppo basso, perché entrambi renderebbero difficoltosa l’interazione con il paziente).
- docilità (capacità di riconoscere come leader del branco il proprietario. Quest’aspetto è molto importante in quanto il conduttore deve riuscire ad avere sempre un controllo del proprio animale.
- affidabilità e prevedibilità.