100 milioni di anni fa, l'area intorno a quello che oggi è il Marocco non era un deserto come quello che conosciamo oggi, ma una zona fertile e verdeggiante, attraversata da fiumi e popolata di dinosauri e altre creature preistoriche.
Tra queste, è stato appena annunciato in uno studio pubblicato su Cretaceous Research, c'erano anche almeno tre specie di pterosauri, enormi rettili volanti che si nutrivano di pesce e che vanno ad arricchire il catalogo di specie preistoriche scoperte negli ultimi anni nel deserto del Sahara.
Il paradiso dei paleontologi. La scoperta è stata fatta nell'area delle formazioni geologiche dei Kem Kem Beds, al confine tra il Marocco sudorientale e l'Algeria, che soprattutto negli ultimi anni si sta rivelando un vero e proprio paradiso per i paleontologi. Le tre nuove specie di pterosauro, che si vanno ad aggiungere alle sei già note (oltre che a una grande quantità di resti di dinosauri), appartengono a tre generi già descritti: Anhanguera (finora trovato solo in Brasile), Ornithocheirus e Coloborhynchus (finora presenti solo in Europa e Asia centrale). Le considerazioni geografiche sono importanti, perché come ha spiegato la prima autrice dello studio Megan Jacobs «i fossili di pterosauro sono rari, e di solito si trovano in Europa o Sud America»: le tre nuove specie sono quindi «uno sguardo importante sugli pterosauri in Africa».
Là dove c'era l'erba... Ma dove e come vivevano questi enormi rettili volanti, i primi animali a evolvere (prima di uccelli e pipistrelli) una forma di volo attivo? Con un'apertura alare che andava dai 3 ai 4 metro e una bocca strapiena di denti, erano dei pescatori provetti, paragonabili secondo lo studio ai moderni albatri per la loro capacità di percorrere enormi distanze ogni giorno per procurarsi il cibo.
E per quel che riguarda quello che si trovava sotto di loro, a terra? Secondo David Martill, un altro degli autori dello studio, «questi predatori volavano sopra un mondo dominato dai predatori, tra cui parenti dei coccodrilli e dinosauri carnivori. C'erano pochissimi erbivori [...] e i predatori riuscivano a sfamarsi grazie a una sovrabbondanza di pesce».