Insieme a oro e bauxite sono state trovate 24 nuove specie animali nella foresta amazzonica. Rischiano di sparire subito dalla scena, ma gli scienziati hanno avuto un'idea...
Una nuova specie da studiare: scoperta nel 2006, appartiene al genere delle rane Atelopus. (Foto: © Jeffrey Sosa-Calvo) |
Nera e puntellata di macchie viola fosforescenti: una rana così non si era mai vista, immaginarsi lo stupore di alcuni scienziati quando gli è balzata davanti nella foresta pluviale del Suriname, in Sudamerica. La scoperta risale al 2006, nel corso di una spedizione guidata dall'organizzazione no-profit Conservation International e sponsorizzata da due
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24 nuove specie
Andare per minerali (bauxite, per l'esattezza) ha detto bene agli scienziati. La strana rana è infatti solo una delle 40 specie classificate durante il viaggio, di cui 24 finora ignote. Ci sono dodici scarafaggi stercorari, una formica (Cryptomirmex Longinodus), più rane del genere eleutherodactylus, un serpente mangia-lumache e un raro esemplare di pescegatto che si riteneva estinto da oltre 50 anni. «E di specie potremmo scoprirne anche altre», scrive, sul sito di Conservation International, la vicepresidente Leanne Alonso, «questa è un'area totalmente inesplorata».
La corsa all'oro
Ma il Suriname purtroppo non nasconde solo tesori naturali. Le sue foreste sono ricche di minerali, a partire l'oro. Negli ultimi anni sono stati scoperti diversi scavi illegali: i contrabbandieri sfruttano la manodopera del posto e non si fanno scrupoli quando c'è da scavare, con buona pace dell'ecosistema delle foreste, che viene irrimediabilmente compromesso.
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Scienziati in miniera
Eppure non tutto è perduto. Conservation International ha deciso di affiancarsi alle compagnie minerarie per insegnare ai minatori come proteggere gli animali durante gli scavi e assicurarsi che non vengano abbattuti e bruciati alberi, visto che l'integrità della foresta amazzonica è determinante per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici. «In questo modo», spiegano gli scienziati, «almeno saremo sicuri che le operazioni di scavo verranno fatte con più criterio».
(Notizia aggiornata al 6 giugno 2007)