Quasi tutte le specie animali del mondo sono in qualche modo a rischio a causa dei cambiamenti climatici e non solo. Alcune, però, sembrano particolarmente bersagliate dalla sfortuna: rane e rospi, per esempio, oltre a preoccuparsi dell'integrità del loro habitat sono anche perseguitate in tutto il mondo da un fungo patogeno che ne sta facendo strage a tutte le latitudini.
Ecco perché un nuovo studio pubblicato su Biological Conservation è una delle notizie migliori che gli anfibi potessero ricevere: in Ecuador sono state ri-scoperte una trentina di specie di rospi che credevamo estinti, e che invece sono "solo" in pericolo di estinzione.
A caccia di DNA. Il loro nome inglese, "rane arlecchino", rischia di generare confusione: le specie riscoperte appartengono al genere Atelopus, appartenente alla famiglia dei Bufonidae, cioè i rospi. Sono animali originari del Sud America, particolarmente colpiti quindi dal riscaldamento globale ma anche dalla chitridiomicosi: prima della pubblicazione dello studio, il 40% delle specie appartenenti al genere era considerata estinta (e se consideriamo anche le specie a rischio critico, la percentuale saliva al 70%). Lo studio della Michigan State University ha combinato i dati di distribuzione del genere ricavati dalla letteratura con una serie di osservazioni sul campo: il team ha prelevato campioni di DNA ambientale dalle foreste dell'Ecuador e l'ha confrontato con quello che abbiamo a disposizione delle rane arlecchino, scoprendo così che ci sono dalle 18 alle 32 specie che sono classificate come estinte ma non lo sono.
Il prossimo passo. Alcune di queste specie "riscoperte" sono state osservate in natura direttamente e non tramite tracce di DNA: come ha spiegato il primo autore dello studio Kyle Jaynes, "la sensazione di tenere in mano qualcosa che credevi perso per sempre è indescrivibile". La riscoperta, però, è solo il primo passo: questi rospi sono ancora a rischio, e sapere che non si sono estinti dovrebbe spingerci ad azioni di conservazione rapide e decise. Le strategie da attuare, però, non sono ancora chiare: sappiamo che le rane arlecchino resistono, ma non sappiamo perché, né quali siano le azioni più urgenti da intraprendere. Per ora sappiamo che ha senso pensarci, e che questi rospi non si sono (ancora) estinti: è un'ottima notizia.