Come fanno i ragni a rimanere appiccicati a tutte le superfici? Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori tedesci...
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La micrografia a colori della zampa di un ragno saltatore mette in evidenza la peluria: è lì che si sprigionano forissime forze di interazione intermolecolari. |
L'Uomo Ragno in punta di dita. Per la prima volta la scienza ha misurato la forza di adesione che permette a questi animali di non staccarsi dalla superficie su cui si muovono. Il risultato è che i ragni sono in grado di sopportare 170 volte il peso del loro stesso corpo. “È come se Spiderman rimanesse aggrappato alla parete verticale di un palazzo solo con le dita delle mani e dei piedi, mentre porta in salvo 170 uomini, tutti appollaiati alla sua schiena”, spiega Andrew Martin dell'Institute of Technical Zoology and Bionics tedesco che ha avviato la ricerca. E il segreto sta tutto nella forza delle zampe. Niente muscoli, però: è tutta una questione di peli.
Peli al posto dei muscoli. Scrutandole al microscopio elettronico, le estremità di un ragno saltatore (Evarcha arcuata) si mostrano coperte di peli, terminanti in peli più sottili, detti setule, che si diramano a loro volta in minuscole punte triangolari.
Niente di appiccicoso, dunque, ma un fenomeno tutto fisico, noto come forza di Van Der Waals. Si tratta di una speciale attrazione che si sviluppa tra le molecole delle punte estreme e quelle del soffitto quando sono molto vicine e le cariche elettriche della parte esterna dei due differenti strati di molecole iniziano a interagire. Una forza debolissima, che, se moltiplicata per i miliardi di peli su ogni zampa del ragno diventa potente. Perché non sfruttarla per nuove tecnologie?
(Notizia aggiornata al 26 aprile 2004)