I dinosauri piumati non hanno sempre avuto (solo) le piume: è quanto emerge da uno studio pubblicato su Nature Communications che ha studiato il fossile di uno Psittacosaurus, un piccolo dinosauro ceratopside (dal greco "cheras - cheratos" (corno) e "ops" (volto), letteralmente "con il volto cornuto") vissuto nell'attuale Asia tra 130 e 100 milioni di anni fa. Esposto ai raggi ultravioletti, il fossile ha rivelato delle zone di pelle di color giallo-arancione non ricoperte di piume, ma squamate come quelle dei rettili.
Pelle di vetro. È impossibile vedere questa pelle a squame a occhio nudo, e per questo è rimasta nascosta sotto i nostri occhi dal 2021, anno in cui il fossile è stato donato all'università di Nanjing (Cina). La pelle dello Psittacosaurus, che era lungo circa due metri e si muoveva sulle zampe posteriori, conteneva principalmente silice, un composto minerale conosciuto comunemente per essere la materia prima base del vetro. Questa è la prima volta in cui viene scoperta una pelle a base di silice nel fossile di un vertebrato.
Sviluppo a zone. Lo studio è importante per quello che rivela sul passaggio dalle squame alle piume nei vertebrati. «Abbiamo studiato numerosi fossili di piume, ma i fossili di pelle sono molto più rari», spiega Maria McNamara, una degli autori.
I ricercatori descrivono uno "sviluppo a zone": le aree di pelle morbida, simile a quella degli uccelli, erano ricoperte di piume; il resto del corpo, al contrario, aveva squame tipiche di rettili moderni come le lucertole, che hanno permesso ai primi dinosauri piumati di proteggere la pelle da abrasioni, disidratazione e parassiti, iniziando al contempo a sperimentare i vantaggi evolutivi delle piume.