Quando si tratta di stimoli sensoriali, uomo e pipistrelli condividono molto di più di quanto si possa pensare. Alcune specie di chirotteri con i baffi (Pteronotus parnellii) utilizzano entrambi gli emisferi cerebrali per analizzare i diversi aspetti del suono, con l'emisfero sinistro specializzato nel processare gli stimoli auditivi veloci, e il destro in quelli lenti.
Una capacità, questa, nota finora soltanto nell'uomo: nessun altro animale studiato (nemmeno gli scimpanzé, che tanto ci assomigliano) ha mai mostrato una tale specializzazione emisferica. È la conclusione di uno studio appena pubblicato su Frontiers of Neuroscience, che potrebbe aprire nuovi spiragli nella comprensione - attraverso lo studio dei pipistrelli - dei meccanismi che regolano l'analisi del suono nel cervello umano.
compiti distribuiti. La processazione asimmetrica (cioè dipendente da entrambi gli emisferi, e con diverse funzioni) dei suoni ha perfettamente senso, in termini evolutivi, sia nel cervello umano, sia in quello dei pipistrelli.
«La lenta analisi sonora dell'emisfero destro ci permette di identificare chi sta parlando, di giudicare il suo stato emotivo attraverso il tono di voce e di identificare la tonalità del suono» dice Stuart Washington, autore dello studio. «Una capacità ritenuta importante affinché i gruppi di persone possano coordinare le proprie attività, e che potrebbe aver contribuito alla formazione delle culture».
Multitasking. Per i pipistrelli baffuti, la specializzazione emisferica è ancora più vitale. La velocità dell'emisfero sinistro permette a questi animali altamente sociali di comunicare con i compagni e distinguere i rapidi cambi di frequenza dei loro vocalizzi. I ritmi più lenti dell'emisfero destro consentono invece di utilizzare il sonar per distinguere i piccoli cambiamenti di frequenza sonora associati al passaggio di insetti, potenziali prede.
Cose da uomini. Nei pipistrelli, così come nell'uomo, l'asimmetria emisferica nella processazione dei suoni è più spiccata nei maschi: «Le donne tendono ad usare entrambi gli emisferi per il linguaggio; l'uomo utilizza in gran parte il sinistro. E all'origine potrebbe esserci proprio l'analisi asimmetrica dei suoni» conclude Washington.
Prospettive. La scoperta permetterà di studiare in modo più approfondito disordini linguistici legati a lesioni cerebrali per lo più nell'emisfero sinistro, come l'afasia, la perdita della capacità di produrre o comprendere il linguaggio.